Microscopica ripresa dei consumi in febbraio. Si è comprato lo 0,3% in più dell’anno prima, spendendo però il 2,4% in più a causa dell’inflazione. Emerge dai dati sulle vendite al dettaglio diffusi dall’Istat che segnalano il primo segno più nel volume delle vendite dopo quasi due anni. Le vendite dei beni alimentari sono salite del 3,9% in valore e dello 0,4% in quantità, stessi dati per i prodotti non alimentari. L’aumento maggiore riguarda i prodotti di profumeria, cura della persona (+7,7%), mentre registrano il calo più consistente dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni, telefonia (-1,8%). La ripresina dei consumi si registra anche su base mensile. rispetto a gennaio, con un incremento dello 0,1% sia in valore che in volume. La crescita ha interessato tutti i tipi di rivenditori ad eccezione dell’on line (- 0,5% i ricavi su base annua). Per i supermercati l’incremento degli incassi è stato del 4%, per i piccoli negozi dell’1%, a fronte di un’inflazione che a febbraio si attestava al lo 0,8%.

“La frenata dell’inflazione registrata nei primi mesi del 2024 ha influito positivamente sulle vendite al dettaglio, con i dati che registrano a febbraio un aumento sia in valore che in volume”, afferma Assoutenti. “Una flebile luce che si intravede in fondo al tunnel, e che il Governo deve mantenere accesa attuando misure tese a sostenere e accelerare la discesa dei prezzi al dettaglio”, dice il presidente Gabriele Melluso. “Bisognerà attendere i prossimi mesi per capire se c’è una vera inversione di rotta che porta le vendite finalmente in territorio positivo, dato che una rondine non fa primavera”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

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