Viaggi

Salento magico e segreto: il Guardian incorona la spiaggia della “Purità” tra le più belle d’Europa. La nostra guida per un weekend fuori stagione

La spiaggia segreta di Gallipoli è tra le più belle d’Europa, informa The Guardian. Innegabile, ma il fascino del Salento non si esaurisce di certo qui: per un magico weekend fuori stagione, ecco i consigli di due salentini "DOC"

Testo e Foto di Giuliana Lomazzi

“Uomo libero, sempre tu amerai il mare!”, scriveva il poeta Charles Baudelaire. Estate o no, come resistere al suo magnetico incanto? E così, in pieno inverno (a gennaio) The Guardian ha selezionato 24 spiagge europee segrete in Grecia, Francia, Spagna, Croazia, Portogallo e – ovviamente – Italia. Quattro le prescelte nel Belpaese: Sperlonga (LT), Scilla (RC) e Gallipoli (LE). “Le spiagge migliori della Puglia sono sulla costa ionica: un tratto idilliaco è perfino chiamato le ‘Maldive’”, scrive il quotidiano britannico, soffermandosi poi un po’ più a nord, su Gallipoli “la bella città” (secondo il suo toponimo greco) e sul suo borgo antico raccolto sull’isoletta: proprio qui si nasconde la spiaggia dei sogni.

La Purità, immersione nel blu

Una striscia di sabbia davanti alle acque tranquille dello Ionio, che da trasparenti virano al blu verso il largo. Qui la costa, immediatamente sotto l’abitato, forma una cala dal dolcissimo nome di Seno della Purità, preso in prestito dalla vicina chiesa barocca, Santa Maria della Purità. Forse, però: le leggende, legate a Sant’Agata, patrona della città, raccontano una storia diversa, aggiungendo ancora più fascino alla spiaggia della Puritate, come la chiamano i locali. Sarà proprio questo il punto di partenza dell’itinerario salentino fuori stagione del Fatto Quotidiano. Ma certamente è impossibile partire senza aver visitato il centro storico gallipolino, ancora più godibile quando la marea turistica è al minimo ed è possibile scoprire il Salento autentico, non quello mordi e fuggi dei mesi estivi. Ce lo assicurano Tony Ingrosso, titolare del ristorante I Salentini a Milano, e Gianpiero Pisanello, giornalista, autore tv e cultore delle tradizioni locali, le nostre guide d’eccezione.

La capitale dell’olio

Palazzi e chiese spuntano nell’intrico di caratteristici vicoli e piazzette. Dalla cattedrale di Sant’Agata, la cui facciata è un fantastico tripudio di statue, colonne, fiori, ghirigori, al castello angioino, con i suoi tondi torrioni affacciati sul mare, fino alla monumentale fontana greca, la passeggiata è una continua scoperta. Ma nei sotterranei si nasconde un antico segreto: “Sono i frantoi ipogei di pietra, dove i lavoratori erano impegnati per vari mesi all’anno per produrre l’olio destinato a illuminare le capitali europee”, spiega Ingrosso. Non a caso Gallipoli fu la capitale dell’olio lampante, sostituito poi da quello extravergine quando la luce elettrica lo rese superfluo. Alcuni, come il Frantoio ipogeo del Vicerè, sono visitabili.

Gallipoli di campagna

Davanti si stende il mare, ma subito dietro c’è la campagna con i Borghi di San Mauro: “Cinque centri che fino a un secolo erano parte di Gallipoli. Qui si vive la quotidianità autentica del Salento, il tempo scorre ancora lento, scandito dai ritmi religiosi, il legame con i campi è forte e anche l’identità del mare. Tutto è come una volta, frutta e verdura si comprano dai contadini, l’ospitalità è viva”, spiega Ingrosso. Fanno parte dei Cinque Borghi: Alezio, con un interessante museo dedicato alla civiltà messapica; Sannicola, dove i ricchi gallipolini avevano bellissime ville ora residence di lusso; Tuglie, la patria del vino rosato (quello vero), dove Ingrosso ha da poco aperto “Thuje”, un locale tipico nel quale la tradizione si declina negli arredi e in piatti dal nome e gusto antichi, come Lu spazzatu, un pasticcio con pane e sugo di verdure o di agnello, da gustare con le uova, o la paparina, rosette basali di foglie del papavero selvatico ripassate in padella con aglio, peperoncino e olive nere Cellina di Nardò. E c’è pure il pisello riccio! Sempre a Tuglie c’è la Cantina Peparussu (cioè peperone) – Casa delle tradizioni, “luogo nevralgico di incontri e di condivisioni, al centro del paese, un tempo sede di produzione e vendita di vino e prodotti della terra. Da qualche anno vi si svolgono iniziative culturali, sociali e di solidarietà per mantenere in vita le tradizioni e i riti popolari”, spiega Pisanello. Il Palazzo ducale di Tuglie, risalente al XVIII secolo, ospita l’interessante Museo della civiltà contadina del Salento, comprendente una masseria didattica, un insediamento rupestre e un laboratorio didattico della lavorazione della selce.

Da mare a mare

Dall’altra parte della penisola salentina ecco Otranto, famosa per la cattedrale ornata da un grande ciclo di mosaici medievali pressoché intatto – un racconto lungo 52 m. incentrato sull’Albero della vita – ma anche per l’imponente castello, che ispirò nel 1764 il primo (omonimo) romanzo gotico. E famosa per essere l’estremità orientale d’Italia nella località di Punta Palascia, dominata da un faro. “Qui la notte di Capodanno giungono migliaia di visitatori per essere i primi in Italia a veder sorgere l’alba del nuovo anno. E nelle giornate ventose la vista spazia fino alle montagne innevate dell’Albania”, racconta Pisanello, che consiglia poi una tappa nella vicina Porto Badisco, dove secondo la leggenda approdò Enea, e una sosta “al bar Da Carlo, locale vintage e luogo di aggregazione molto instagrammabile”. Imperdibile la Grotta dei Cervi, detta la Cappella Sistina della Preistoria per il grande ciclo di graffiti neolitici.

La Grecìa Salentina

Salutiamo il mare per addentrarci nel Salento, nel territorio dove ancora si parla griko (un dialetto neogreco). Qui batte forte il cuore degli antichi riti salentini, scandito dalle musiche tradizionali. “I Canti e le tradizioni popolari della Settimana Santa costituiscono uno dei pilastri più antichi e genuini della ‘civiltà contadina’”, prosegue Pisanello. “Tra i canti della tradizione sono due principalmente i brani più rappresentativi: Santu Lazzaru (in dialetto romanzo) e I Passiuna tu christù (in lingua grika). Entrambi raccontano la Passione di Cristo”. La Rassegna Canti di Passione – Ce Custi o Gaddho na Cantalisi – si celebra ogni anno (nel 2024 fino al 27 marzo) in varie località quali Cutrofiano, Calimera, Corigliano d’Otranto e Melpignano. Gli ultimi due sono anche al centro della Notte della taranta, celebre festival itinerante di musica popolare che si svolge in agosto.

Ai piedi, il barocco

L’ultima tappa è Lecce, l’ammaliante regina del barocco, con palazzi e chiese finemente intagliati nella pietra leccese (o meglio, leccisu, come si dice qui), dorato calcare usato un po’ in tutto il Salento. Vale indubbiamente la pena percorrerla tutta per scoprire ogni suo angolo, ma ancor meglio è… dominarla da balconi arrampicati a 43 m di altezza. Ci si arriva con l’ascensore panoramico, riaperto da poco più di un anno, che conduce sul campanile del Duomo. Dai balconi, lo spettacolo è impareggiabile. Sotto vie, piazze, chiese, palazzi; più oltre, l’azzurro dell’Adriatico e le coste albanesi. Un dorato pasticciotto grondante crema (meglio se con l’amarena al suo interno!) e un caffè in ghiaccio con latte di mandorla chiudono il weekend salentino. E si riparte, ben sapendo che non si può dimenticare nulla e che presto si tornerà, perché il Salento è anche molto altro – trulli e muretti a secco, grotte, masserie fortificate, gravine, antichi santuari, torri costiere, e naturalmente persone.

Salento magico e segreto: il Guardian incorona la spiaggia della “Purità” tra le più belle d’Europa. La nostra guida per un weekend fuori stagione
Precedente
Precedente
Successivo
Successivo

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.