Il tenore di vita dei lavoratori europei non è ancora tornato ai livelli precedenti la fiammata dell’inflazione. Secondo il Benchmarking Working Europe 2024, il principale rapporto annuale del centro indipendente di ricerca della Confederazione europea dei sindacati, nel 2023 la retribuzione reale media (al netto quindi dell’inflazione) lo scorso anno è scesa dello 0,7%. L’Italia è terza dietro Ungheria e Repubblica Ceca (entrambe a -3,8%) nella lista dei Paesi con i maggiori cali: -2,6%. Seguono Svezia (-2,3%), Slovacchia (-1,9%), Malta (-1,7%), Germania (-0,9%) e Francia (-0,6%). Cali che seguono il crollo storico del 2022, che vista l’esplosione dei prezzi ha visto i salari reali ridursi del 4,3%. Al contrario, ricorda il report, negli ultimi due anni le aziende hanno visto crescere i loro profitti in termini reali. E secondo la Banca Centrale Europea, i profitti aziendali sono stati tra i grandi motori dell’inflazione.

Alla Ue “serve un aumento”, è il commento della confederazione Etuc. “Andrebbe a beneficio dell’economia così come dei singoli lavoratori”, visto che anche la Commissione Ue ha riconosciuto che la crescita è ridotta dall’erosione del potere d’acquisto delle famiglie. “Alle prossime elezioni stimoleremo i nostri 45 milioni di iscritti a votare per partiti che promuovono il potere dei lavoratori di chiedere giusti aumenti salariali”.

Il manifesto della Etuc per le Europee chiede in particolare alle forze politiche di allargare i benefici della contrattazione collettiva escludendo dai contratti pubblici le aziende che non negoziano i salari con i sindacati, mettere fine al lavoro precario e vietare gli stage non pagati, redistribuire la ricchezza attraverso una tassazione giusta e progressiva incluse tasse sui profitti in eccesso che hanno gonfiato così tanto il costo della vita.

Partecipa al sondaggio (qui sotto) del Fatto con Oxfam su disuguaglianze e necessità di un’imposta sulle grandi ricchezze. Qui il link al sito La Grande Ricchezza da cui è possibile aderire alla raccolta firme per chiedere alla Ue l’introduzione di una tassa a livello europeo.

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