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Call center, attenzione alla truffa del “sì”: cos’è e come proteggersi dalle bollette (falsamente) rialzate

A cadere nel tranello sono stati già in molti: su tutti una signora che ha subito un vertiginoso alzarsi della propria bolletta, arrivando fino a 700 euro

di F. Q.

Da ora sarà necessario prestare ancor più attenzione alle risposte che diamo al telefono. Il fenomeno delle truffe online è spaventosamente in aumento, ed è sempre più complicato capire se siamo di fronte a conversazioni e situazioni reali o meno. Una delle ultime trovate è quella del ““. Si riceve una telefonata e dall’altra parte c’è un operatore di call center che formula una domanda semplice, attendendo un “Sì” come risposta. Tale risposta viene registrata, ritagliata e montata in modo da sembrare un consenso all’attivazione di servizi, spesso legati a forniture energetiche come luce e gas, con l’imbroglio che si rivela solo all’arrivo della prima fattura.

A cadere nel tranello sono stati già in molti: su tutti una signora che ha subito un vertiginoso alzarsi della propria bolletta, arrivando fino a 700 euro. I truffatori, spacciandosi per fornitori, inducono le vittime a rispondere “Sì” a domande generiche (come ad esempio: “E’ lei il signor Rossi?”), utilizzando l’assenso per sottoscrivere contratti onerosi a loro insaputa. Questo metodo si è diffuso particolarmente con la transizione obbligatoria al mercato libero dell’energia elettrica e del gas in Italia, creando un fertile terreno per le frodi telefoniche. Per proteggersi è fondamentale non divulgare dati personali e trattare con cautela le risposte fornite ai call center. È importante richiedere dettagli sull’identità dell’operatore e, in caso di sospetta truffa, agire legalmente per disconoscere i contratti non autorizzati.

Nonostante gli sforzi normativi, il fenomeno del telemarketing invasivo persiste. Tuttavia, recenti iniziative legislative mirano a combatterlo più efficacemente, promettendo un futuro in cui le pratiche di teleselling illegale saranno significativamente ridotte. Come riportato dal Messaggero, dal 24 marzo verrà adottato il decreto legislativo che modifica il codice delle comunicazioni elettroniche. Sul piatto c’è l’estensione ai call center della sanzione da 50mila euro a un milione di euro per chi commette pratiche commerciali sleali violando le limitazioni di accesso ai numeri. Chi iscrive il proprio numero di telefono al registro delle opposizioni esprime in pratica l’opposizione alle chiamate di telemarketing. Dopodiché gli operatori hanno un massimo di quindici giorni per recepire le nuove volontà dell’utente.

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