È il giorno delle elezioni per la maggior parte di massoni d’Italia. Il Grande Oriente, la principale obbedienza del Paese, sceglie oggi il suo nuovo Gran maestro. Al voto, nelle varie circoscrizioni, sono chiamati circa 17mila iscritti col grado di maestro tra gli oltre 22mila fratelli muratori. Tre i candidati in corsa: il cosentino Antonio Seminario, attualmente Gran maestro aggiunto e dunque “vice” del numero uno uscente Stefano Bisi, il ravennate Leo Taroni, leader di una lista che ha tra i suoi obiettivi la lotta ai tentativi d’infiltrazione della criminalità organizzata nelle logge, e il barese Pasquale La Pesa, considerato il terzo incomodo, capace di drenare voti alle altre liste. Le regole fissano al 40% la soglia minima per essere eletti al primo turno, in caso contrario servirà il ballottaggio tra i due candidati più votati, già fissato per il 24 marzo.

Anatomia di un voto – Per la verità, però, la sfida a tre sarebbe già ridotta a uno scontro a due. Secondo i rumors interni, infatti, saranno Seminario e Taroni a contendersi la successione di Bisi, che da regolamento non può candidarsi per il terzo mandato dopo averne già trascorsi due al vertice del Goi. Dieci anni durante i quali il Grande oriente è finito tra le polemiche per la questione delle infiltrazioni mafiose: l’apice della tensione risale al 2017 quando la commissione Antimafia guidata da Rosi Bindi aveva ordinato il sequestro degli elenchi degli iscritti, dopo uno scontro velenosissimo con il Gran maestro. Sempre per questa questione, cioè per la gestione degli iscritti accusati di contiguità con i clan, Bisi è diventato recentemente bersaglio di attacchi arrivati dal Cavaliere nero, il canale Telegram di controinformazione sulla massoneria. Attacchi ai quali Bisi non ha mai replicato, liquidando la questione con una semplice battuta: “Quello è un profilo anonimo, chi scrive queste cose dice una bischerata“. Sulle contestazioni relative ai massoni sotto inchiesta, invece, il Gran maestro ha sempre sottolineato di aver provveduto alla sospensione, subito dopo aver appreso delle indagini in corso.

Seminario, l’erede di Bisi (e Bellantoni) – Una difesa che non ha sopito gli attacchi arrivati dal canale Telegram. Anzi si può dire che ultimamente l’attività del Cavaliere nero si è intensificata. Soprattutto nei giorni precedenti al voto. L’election day dei grembiulini, infatti, si preannuncia decisivo per il futuro della più grande obbedienza massonica italiana. In questo senso le candidature di Seminario e Taroni polarizzano lo scontro. Il primo si candida in continuità con la gestione Bisi e infatti nella sua squadra ha incluso vari esponenti dell’attuale Gran maestranza, cioè l’organo che governa il Vascello, la villa dove ha sede il Goi a Roma. A sostenere Seminario anche Ugo Bellantoni, gran maestro onorario, uno dei massoni più in vista in Calabria, che era stato indagato per concorso esterno alla ‘ndrangheta nell’inchiesta Rinascita Scott della procura di Catanzaro. La posizione di Bellantoni è stata poi archiviata, mentre a processo era finito Giancarlo Pittelli, ex senatore di Forza Italia, che in primo grado è stato condannato a 11 anni. Pure Pittelli è uno storico esponente del Grande oriente in Calabria: Bisi lo aveva sospeso subito dopo aver appreso dell’indagine a suo carico.

Taroni e la lista antimafia – La questione dei rapporti pericolosi tra massoneria e clan è praticamente il punto principale del programma presentato dalla lista Noi insieme, che sostiene la candidatura di Taroni. L’aspirante Gran maestro si è impegnato a rimanere in carica per un solo mandato, durante il quale promuoverà un’azione improntata sull’avversione ai tentativi d’infiltrazione della criminalità organizzata nelle logge. Un impegno esteso nel contrasto alla cosiddetta “mentalità mafiosa“, definita come “un morbo velenoso e mortifero che non deve trovare dimora nel Tempio della fratellanza”. Dichiarazioni che avevano provocato la reazioni di Bisi. “Nessuno osi affermare che il Grande Oriente d’Italia Palazzo Giustiniani è compromesso e solidale con la mafia, la ‘ndrangheta e la camorra. Continuerò a combattere perché nessuno, soprattutto dall’interno, si permetta di gettare ombre e accuse immotivate sulla nostra comunione”, aveva scritto pochi mesi fa il numero uno dei Goi nella sua Balaustra, cioè una sorta di nota con il quale il Gran maestro comunica con le logge. Erano giorni roventi per l’obbedienza, dato che si era diffusa anche la voce di una possibile tavola d’accusa contro Taroni e gli altri candidati della lista antimafia. La tavola d’accusa è un procedimento interno che può portare all’espulsione dall’Ordine massonico: ecco perché era stata anche evocata una possibile scissione tra gli iscritti al Goi. Alla fine, però, Taroni e gli altri erano stati risparmiati. E adesso puntano a prendere il posto di Bisi e dei suoi storici alleati.

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