“Dobbiamo essere empatici, poco empatici, simpatici, antipatici? Chi stabilisce il modello di magistrato? Io non so a cosa mira il governo, ma l’effetto che abbiamo oggi è soltanto il dileggio dell’ordine giudiziario, con battute, iperboli e vilipendio”. E su questo “il silenzio delle altre istituzioni è molto pericoloso”. Il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia usa parole nette sull’idea di sottoporre a test psicoattitudinali gli aspiranti magistrati, già contenuta nel Piano di rinascita democratica di Licio Gelli e ora “suggerita” al governo dal Senato, nel parere approvato giovedì sulla riforma Cartabia dell’ordinamento giudiziario. Aprendo i lavori del Comitato direttivo centrale – il “parlamentino” del sindacato delle toghe – Santalucia ricorda che la stessa previsione era contenuta, sotto forma di delega nella riforma Castelli del 2005, varata dell’ultimo governo Berlusconi. Ma poi quella delega non fu mai esercitata dal governo, per l’impossibilità di stabilire in cosa dovessero consistere i famigerati test. E già nel 2004, quando si discuteva di quel progetto, 170 psichiatri e psicanalisti avevano scritto una lettera aperta per sottolineare che “nessun tecnico saprebbe dare un giudizio predittivo” sull’adeguatezza a svolgere la funzione di giudice o pm. Tanto che in Francia, dove era stata introdotta nel 2009, questa forma di selezione è stata abolita dopo pochi anni. Peraltro – sottolinea il presidente dell’Anm – la delega Cartabia non lascia spazio all’introduzione di una misura di questo tipo, quindi il parere approvato dalla maggioranza (con il voto anche di Italia viva) esprime soltanto la “voglia di mandare un messaggi provocatori” alle toghe, rispetto ai quali “dobbiamo mantenere la razionalità e non cedere a risposte emotive“, ha avvertito.

Dopo la relazione, parlando ai cronisti, Santalucia scende più nel dettaglio (video): “Io ho letto il test Minnesota (il test sulla personalità somministrato nella pubblica amministrazione, ndr) e lo trovo un po’ risibile rispetto a un concorso come il nostro, in cui l’equilibrio si verifica attraverso la capacità di ragionamento tecnico. Dovrei rispondere a domande del tipo “se il treno va a 170 chilometri orari, quando arriva…”? Ma di cosa parliamo?”. Oppure, “nei test francesi c’erano domande del tipo “Ti senti superiore agli altri…?”. Domande di questo tipo, un po’ svilente. A meno che non si vada di fronte a uno psichiatra, che dica se ho patologie psichiatriche. Questa è un’altra cosa però, quindi vorremmo capire cosa hanno in mente il ministro e il governo. E non mi risulta che nessuna categoria della pubblica amministrazione sia sottoposta a screening sulla sanità mentale”. Anche in questo caso, peraltro, secondo il magistrato ci sarebbe un “pericolo di omogeneizzazione delle menti“, già sottolineato dai costituzionalisti ai tempi della riforma Castelli: “Vedremo chi sarà il giudice della mia psiche, se è la commissione di concorso – nominata dal Csm – oppure un medico”. E poi: “Vorremmo capire qual è l’incidenza sul resto del concorso. Se io ho fatto prove tecnico-giuridiche eccellenti, quindi ho sostenuto un’esame orale di più di un’ora convincendo la commissione, senza dare l’impressione di essere uno squilibrato, quanto peseranno le parole del medico o dello psicologo?”. Infine, Santalucia replica senza citarlo al capogruppo di Forza Italia Maurizio Gasparri, il quale, a proposito dei test, “ha detto che per alcune inchieste i magistrati meriterebbero il Tso”: “Siamo sempre lì: inchieste che non piacciono, processi non graditi… la risposta è questa”, afferma.

All’ordine del giorno del Comitato direttivo, poi, c’è la discussione sul piano del governo di avviare un “reclutamento straordinario” di 750 nuovi magistrati, da realizzare tramite un concorso semplificato (una sola prova scritta e una pratica, nessun tirocinio) riservato a giudici onorari e/o avvocati. La previsione avrebbe dovuto entrare nel decreto sull’attuazione del Pnrr licenziato dal Consiglio dei ministri di martedì, ma il blitz è saltato grazie alle anticipazioni di stampa e alla dura opposizione arrivata dall’Anm, che ha minacciato lo sciopero. “Nessuno ci ha più detto nulla, quindi riteniamo che il tema sia ancora sul tavolo”, spiega Santalucia. Che attacca: “Nei termini in cui è stato illustrato, è un concorso ridicolo. Le magistrature sono selezionate in modo rigorosissimo. Come si può pensare di far entrare 750 persone senza una selezione seria? Ci sarebbe un problema di dequalificazione, di appannamento della qualità tecnico-professionale”. Inoltre, ricorda, “il concorso per noi è l’unica fonte di legittimazione di fronte ai cittadini. Noi non veniamo eletti, non abbiamo voti. In questo modo la legittimazione ci viene erosa”. Per questo, precisa, l’aver ipotizzato lo sciopero “non è una chiusura di casta, ma tutto il contrario: vogliamo un concorso aperto a tutti, e per questo abbiamo ottenuto che tornasse una selezione di primo grado (aperta ai neo-laureati senza bisogno di ulteriori titoli, ndr)”. Il reclutamento “riservato”, invece, avrebbe l’effetto di “mortificare i giovani“, che non potrebbero più ambire a vincere il concorso, e penalizzare la magistratura, “che in questo modo non potrebbe intercettare le migliori risorse”.

Sul tema, nel pomeriggio, il Comitato direttivo ha approvato all’unanimità un documento in cui si afferma che “l’unica modalità di accesso alla magistratura prevista dalla Costituzione è quella del pubblico concorso, aperto a tutti e svolto con modalità idonee a verificare uno standard elevato e uniforme di sapere giuridico (…) nel rispetto di quanto espressamente previsto dagli articoli 106 e 97 della Costituzione. I problemi di scopertura degli organici”, si legge, “vanno affrontati senza stravolgere l’assetto costituzionale e senza scoraggiare e mortificare le aspettative dei tanti giovani che si stanno dedicando con impegno e passione ad uno studio così difficile per essere all’altezza di una funzione tanto delicata”. Per questo l’Anm “invita governo e Parlamento ad abbandonare definitivamente qualunque iniziativa legislativa che si risolva nella compressione della indipendenza della magistratura, unica garanzia di tutela effettiva dei diritti dei cittadini”, come sarebbe “il reclutamento straordinario mediante un concorso semplificato e riservato a una platea ristretta di candidati”. Se il progetto verrà portato avanti, l’Associazione “si impegna a offrire assistenza legale gratuita ai giovani che intendano impugnare il bando di concorso”, anche sollecitando “la proposizione della questione di legittimità costituzionale da parte del giudice amministrativo”.

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