Sull’ipotesi di introdurre test psicoattitudinali per i magistrati “l’unico effetto che gli annunci hanno avuto è stato quello del dileggio dell’ordine giudiziario“. Sono le parole del presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, che in un punto stampa a margine del comitato direttivo centrale in corso a Roma si è mostrato fortemente scettico nei confronti dell’idea sull’idea messa per la prima volta nero su bianco in un documento ufficiale approvato dalla Commissione Giustizia del Senato. “Io ho letto il test Minnesota, è un po’ risibile rispetto al nostro concorso. Dovrei rispondere a domande del tipo “se il treno va a 170 chilometri orari quando arriva…“? Ma di cosa parliamo? A meno che non si vada di fronte a uno psichiatra che dice se ho patologie psichiatriche, questa è un’altra cosa però. Quindi vorremmo capire cosa ha in mente il ministro e il governo”. “Siamo di fronte a messaggi provocatori” rispetto ai quali “dobbiamo mantenere la razionalità e non cedere a risposte emotive”, ha detto Santalucia in un passaggio della sua relazione al Cdcm ricordando che “in Francia i test c’erano e poi sono stati aboliti” e sottolineando la loro “inutilità e pericolosità“. I magistrati, ha osservato il presidente Anm, “non sono scoperti, ci sono meccanismi di controllo” e “l’equilibrio è il primo parametro di controllo” poi “c’è il tirocinio di 12 mesi”.

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