“La priorità è il premierato, la separazione delle carriere arriverà dopo“, ripetono da mesi la premier Giorgia Meloni e il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Adesso però il calendario dei lavori d’Aula della Camera dice un’altra cosa. Nell’ultima seduta della Conferenza dei capigruppo, Forza Italia è riuscita a far inserire all’ordine del giorno del prossimo 25 marzo (al quinto punto) l’inizio dell’esame dei ddl costituzionali che puntano a realizzare la riforma-simbolo del berlusconismo, prevedendo concorsi separati per giudici e pm. Si tratta di quattro testi abbinati – presentati rispettivamente da Fi, Lega, Azione e Italia viva – che ricalcano la proposta di legge di iniziativa popolare depositata negli scorsi anni dall’Unione delle Camere penali, il “sindacato” degli avvocati penalisti: i ddl sono incardinati da circa un anno in Commissione Affari costituzionali, dove si è già svolto un lunghissimo ciclo di audizioni. “Con questo atto, Forza Italia intende accelerare l’approvazione di una riforma fondamentale, che è parte del programma di governo. Anche perché l’iter parlamentare sarà lungo, in virtù dei quattro passaggi previsti” per modificare la Carta, festeggia il capogruppo azzurro Paolo Barelli.

Tra meno di un mese, dunque, in teoria la questione dovrebbe già arrivare nell’emiciclo di Montecitorio. Un’accelerazione di certo non gradita alla premier Giorgia Meloni, che ha sempre detto di voler evitare “sovrapposizioni” tra le due riforme costituzionali – quella sul premierato è in commissione a Palazzo Madama – per non “creare confusione” in vista dei referendum con cui andranno approvate. La scadenza del 25 marzo, però, è appunto teorica: l’iter per licenziare il testo in commissione, infatti, è appena all’inizio. Deve ancora tenersi la discussione generale, dopodiché bisognerà adottare un testo base che tenga insieme le quattro proposte, fissare un termine per la presentazione degli emendamenti, discuterli e votare il mandato al relatore. Il tutto nel mezzo di un ingorgo di provvedimenti, in primis l’autonomia differenziata. Perciò tra i fan della separazione lo scetticismo domina: “Sono sicuro che il governo proverà a rinviare”, scrive su X il deputato di Azione Enrico Costa.

Da Forza Italia, però, anche il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto rivendica il risultato: “È la dimostrazione che facciamo sul serio e rispettiamo il programma di governo che abbiamo sottoscritto. Noi riteniamo che un giudice terzo e imparziale, equidistante dal Pm e dalla difesa, costituisca il presupposto ineliminabile per una giustizia davvero giusta”, dice, intervenendo alla presentazione di un libro scritto dall’ex laico Csm Alessio Lanzi. E festeggiano, ovviamente, le Camere penali: “Finalmente il 25 marzo prossimo prenderà il via alla Camera la trattazione del disegno di legge costituzionale nel quale è prevista anche la separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri”, si legge in una nota dell’organismo. Che sottolinea: “È ora necessario che la politica non si faccia condizionare dalla costante azione di contrasto della magistratura, da sempre contraria ad ogni forma di rinnovamento, e sostenga con impegno l’iter parlamentare del disegno di legge fino alla sua approvazione. L’Unione seguirà l’iter parlamentare, sollecitando nuovamente l’attenzione dell’opinione pubblica e il coinvolgimento della società civile, affinché il percorso di riforma sia portato a termine”, è la promessa.

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