Un concorso straordinario in magistratura riservato agli avvocati con almeno dieci anni di esperienza. Questa, secondo quanto risulta al fattoquotidiano.it, la previsione contenuta all’articolo 26 del nuovo decreto-legge Pnrr, varato lunedì pomeriggio – dopo varie settimane di rinvii – sul tavolo del Consiglio dei ministri. La norma, intitolata “Disposizioni in materia di reclutamento di magistrati ordinari”, è apparsa in una bozza circolata prima del consiglio dei ministri, anche se priva di contenuto – al posto del dispositivo si legge soltanto “In attesa della proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri” – per poi scomparire del tutto al termine della riunione del governo. L’iniziativa veniva direttamente da palazzo Chigi e in particolare dal potente braccio destro della premier Giorgia Meloni, il sottosegretario ed ex magistrato Alfredo Mantovano, che sull’argomento ha scavalcato il più prudente ministro della Giustizia Carlo Nordio. Nelle scorse settimane il mondo delle toghe si era rivoltato contro l’ipotesi di un concorso (semplificato) per 750 posti riservato ai soli magistrati onorari, previsto in una delle prime bozze circolate: in un incontro al ministero con l’Associazione nazionale magistrati (l’organismo di rappresentanza di giudici e pm) il Guardasigilli non aveva rinnegato il progetto, ma aveva rinviato la sua attuazione a un momento successivo. Il tema è all’ordine del giorno del Comitato direttivo centrale (il “parlamentino” del sindacato delle toghe) nella riunione di sabato e domenica. Ora però, anche se momentaneamente accantonato, il punto di caduta potrebbe essere una selezione riservata agli avvocati, anch’essa – con ogni probabilità – facilitata rispetto a quella standard: una novità che sarebbe un inedito ancora più clamoroso e un decisivo passo verso la riscrittura delle procedure di reclutamento dei magistrati. Finora infatti le selezioni sono sempre state aperte a tutti e mai riservate a specifiche categorie. E creare un precedente in questo senso significherebbe addentrarsi in un territorio molto scivoloso dal punto di vista delle garanzie d’indipendenza dell’ordine giudiziario.

Per questo, in una nota durissima, l’Anm si dice già pronta a ogni tipo di protesta – sciopero compreso – per evitare che il piano diventi realtà. “Con il pretesto dell’attuazione del Pnrr il governo si appresta a scardinare l’architettura costituzionale del concorso per la magistratura”, dichiara la giunta esecutiva centrale guidata dal presidente Giuseppe Santalucia. “Solo qualche giorno fa, in un incontro con il ministro Nordio, avevamo ricevuto ampia assicurazione in merito all’inesistenza di una prospettiva immediata di reclutamento straordinario in magistratura in violazione dei principi costituzionali del concorso pubblico. Apprendiamo ora da fonti di stampa che il tema è tornato alla ribalta ed è all’ordine del giorno dell’odierno Consiglio dei ministri”, si legge. “L’idea di bandire un concorso straordinario riservato ad alcune categorie, scelte ad arbitrio del governo e senza adeguate garanzie selettive, avrà solo l’effetto di mortificare, in uno con la magistratura, il merito, l’impegno e la passione dei giovani laureati, di quanti hanno svolto stage di formazioni presso gli uffici giudiziari e di quanti si stanno impegnando nell’ufficio per il processo”, sottolinea l’Anm. “L’ordine giudiziario sarà privato di un presidio fondamentale della sua legittimazione, dato da un concorso serio, rigoroso e aperto, senza riserve, che dia la possibilità di accesso alla magistratura di tutti i cittadini. La giustizia, e i cittadini nel cui nome essa è amministrata, non meritano tutto questo“, incalza la nota. Che conclude: “Se le decisioni del Consiglio dei ministri confermeranno le indiscrezioni di stampa, la Giunta esecutiva centrale dichiara fin d’ora lo stato di agitazione e, nel monitorare gli sviluppi della vicenda, si appresta a proporre, nel prossimo Comitato direttivo dell’associazione fissato per il 2/3 marzo, le più forti iniziative di protesta, ivi compreso lo sciopero, contro tali improvvide iniziative del governo”.

A scagliarsi all’unisono contro l’ipotesi anche le varie correnti, le associazioni “politiche” della magistratura. “Il reclutamento straordinario e riservato a certe categorie, giudici onorari o – secondo le recenti voci – avvocati, appare contro la Costituzione e soprattutto mina una della fonti della legittimazione della magistratura: l’accesso secondo concorso pubblico, serio e selettivo”, commenta ora Giovanni Zaccaro, segretario dei progressisti di Area. Per Rossella Marro, presidente del gruppo “moderato” di Unità per la Costituzione (UniCost), “l’ipotesi (…) mina alle basi uno dei cardini dell’accesso alla magistratura, ossia il superamento di un concorso pubblico severo che consenta di selezionare i candidati più preparati in assoluto. È pericoloso avviarsi per questa strada in quanto concorso straordinario significa concorso semplificato, con tutte le conseguenze in tema di dequalificazione della categoria. Tantissimi giovani stanno affrontando in questo momento uno studio massacrante e non è possibile frustrare in questo modo le aspettative di giovani che potrebbero costituire linfa vitale per la funzione giudiziaria“, sottolinea.

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