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Ultimo aggiornamento: 16:40 del 24 Febbraio 2024

Al primo congresso di Forza Italia ci sono i seggi ma non si vota: tutti eletti per acclamazione. Gasparri: “Voi guardate nell’immondizia”

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Dopo 30 anni dalla nascita del partito e dopo morto il leader indiscusso e fondatore, il primo vero congresso nazionale di Forza Italia si risolve in una acclamazione degli eletti alla segreteria nazionale. Eppure al Palazzo dei Congressi avevano montato anche i seggi elettorali per consentire ai 1300 delegati di esprimere le proprie preferenze. Almeno rispetto ai quattro candidati alla vicesegretaria del partito, vista l’unica candidatura al ruolo di segretario nazionale, ovvero quella di Antonio Tajani. Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri verrà eletto segretario nazionale azzurro, assieme a Debora Bergamini, Roberto Occhiuto, Stefano Benigni e Alberto Cirio. Nessuna conta, nessuna preferenza, nessuno deve emergere rispetto ad altri candidati.
Questa mattina si è votato per alzata di mano. Un plebiscito. Come quando c’era Berlusconi (da segnalare l’assenza, nei due giorni di congresso, di Marta Fascina).
“Già il fatto che erano stati montati i seggi per votare era un grande passo avanti” ci dice il presidente della Regione Calabria, uno dei candidati alla vicepresidenza, Occhiuto, che aggiunge “era una votazione non decisiva visto che ci sono quattro candidati per quattro posti, anche perché non ci sono mozioni alternative tra loro. L’acclamazione? Un segno entusiastico nei confronti delle scelte del gruppo dirigente” commenta Occhiuto. “Menomale che il voto non è una sfida all’ultimo sangue anche perché c’è un unico candidato” afferma Giorgio Mulè. “I nostri congressi provinciali hanno votato e hanno eletto i coordinatori provinciali, è una democrazia dal basso che però deve ancora maturare”.

“C’è un solo candidato, è ovvio che vinca la democrazia” afferma il senatore Francesco Silvestro. E visto che non si voterà neppure per i vicesegretari andiamo a smontare i seggi elettorali “credo proprio di sì”. Una delegata, che incontriamo proprio davanti ai seggi ammette che il non voto “è un’occasione persa, ma tanto abbiamo fiducia nei candidati che abbiamo”. “Io non mi sono candidato perché sono al servizio del partito” afferma il senatore e presidente della Lazio, Claudio Lotito. “Voi non dovete personalizzare, il partito sta al di sopra delle persone”. Giusto non votare neppure per i vicesegretari? “Che dire – riflette la senatrice e vicepresidente del Senato Licia Ronzulli – forse, credo anche per dare una giusta riconoscenza alle persone che sono venute qua oggi, forse il voto non sarebbe stato sbagliato. Forse si, ho sentito persone che volevano votare. Le persone volevano sentirsi più protagoniste ma lo hanno comunque dimostrato essendo qua questa mattina”. A difesa della scelta di non votare c’è Maurizio Gasparri. “Rassegnatevi voi del Fatto e gli altri, ora sul palco sta parlando il segretario della Cisl. Vi sto dando una notizia a voi che guardate all’immondizia”.

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