Una sentenza della Corte Suprema dell’Alabama ha di recente creato scompiglio negli Stati Uniti, riaccendendo il dibattito sulla fecondazione in vitro. I giudici, infatti, hanno deciso che un embrione congelato per IVF va considerato al pari di una persona. Di conseguenza, chiunque distrugga dei frozen embryos – volontariamente o per errore (proprio questo secondo caso ha dato il via alle denunce da cui la sentenza è scaturita) – può essere perseguito penalmente, avendo l’embrione lo stesso status di un minore.

Ma cos’è, in effetti, un embrione creato con fecondazione in vitro? Tramite questa tecnica di riproduzione assistita è possibile unire in laboratorio un ovulo e uno spermatozoo per poi trasferire un embrione già fecondato nell’utero di chi ne ha fatto richiesta. Perché restano alcuni embrioni congelati, dunque? Nei cicli di Fivet si possono ottenere fino a dodici ovociti (la media è intorno agli otto), di cui circa il 65% viene fecondato; non stiamo parlando, quindi, di un singolo embrione ma di quattro, cinque, sei. Solo quello col potenziale di impianto migliore, però, sarà effettivamente trasferito in utero dopo il periodo di coltura, mentre gli altri verranno crioconservati. Inoltre, chi richiede l’accesso alla fecondazione in vitro può scegliere di eseguire l’impianto più avanti negli anni. Ed ecco che le cliniche per la fertilità e i centri specializzati in riproduzione assistita si ritrovano con centinaia di embrioni nel freezer, sulla carta disponibili per usi futuri, ma che difficilmente vengono smaltiti al ritmo con cui vengono prodotti.

La decisione della corte federale dell’Alabama si aggancia a una più generale ondata di chiusura sui diritti riproduttivi, iniziata già nel giugno del 2022 quando la Corte Suprema Usa aveva ribaltato la storica sentenza Roe vs. Wade (che stabiliva il diritto di abortire su tutto il territorio statunitense), lasciando così ampio margine di restrizione e negazione dell’interruzione volontaria di gravidanza agli stati più conservatori. Non è un caso che nella recente sentenza alabamense vi sia un richiamo a tutti gli unborn children – i bambini non nati – sia uccisi quando già in utero, sia quelli distrutti in laboratorio.

Immagino il povero biologo indagato per omicidio colposo per aver fatto cadere un vetrino in laboratorio o la direttrice di una clinica in un documentario true crime, inserita tra i peggiori terroristi della storia a causa di un guasto al generatore di emergenza di un frigorifero durante un blackout. Faccio dell’ironia, ma la situazione è così surreale da aver effettivamente costretto già vari centri per la fertilità a sospendere il proprio operato, così da non mettere a rischio medici, biologhe e tutto il personale coinvolto. Di fatto, questa sentenza nega a centinaia di migliaia di persone la possibilità di creare una famiglia, dal momento che circa il 2% annuo del totale delle nascite statunitensi avviene grazie a tecniche di Art (Assistive Reproductive Technology). È chiaro che la decisione in Alabama richiamerà l’attenzione di Texas, Louisiana, Missouri e tutti gli Stati federali più conservatori.

Trovo assurdo che una branca della scienza medica con così tanti effetti positivi sulla vita di molte persone venga criminalizzata in nome di un bigottismo che vuole riportare la società agli anni ’50. Prestiamo attenzione, perché una simile chiusura non ha ricadute solo sul diritto all’aborto e sulla salute riproduttiva, anche se questo è il tema principale che in Italia è portato avanti da chi vorrebbe lo status giuridico fin dal concepimento. C’è un altro fronte, dicevo: le battaglie per la “famiglia naturale” – che vedono coalizzate le forze conservatrici a livello internazionale – già escludono le coppie omogenitoriali, ora si passerà a ostacolare le persone che hanno bisogno di rivolgersi a laboratori per la fertilità… chi sarà il prossimo a non essere naturale abbastanza? Le coppie miste? I genitori single?

Mentre riflettono su quale sarà l’obiettivo nel futuro prossimo, i conservatori a un certo punto si accorgeranno che ci sono milioni di presunti bambini (o almeno tali loro li definiscono) congelati nelle cliniche tutto il mondo e come per il gatto di Schrödinger dovranno decidere se considerarli vivi. Se stabiliranno che lo sono… beh, pena di morte per tutti i freezer per abuso su minori! Se invece concorderanno che gli embrioni non sono vivi… cortocircuito.

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