Lunghe ore di interruzione, l’intervento delle forze dell’ordine e alla fine la riapertura della tratta, in piena notte, con ritardi nei convogli fino a oltre 6 ore. Furono queste le conseguenze dell’incursione in una galleria dell’Alta velocità sulla tratta Firenze-Bologna lo scorso 8 agosto.

La Digos di Firenze ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’uomo considerato responsabile del danneggiamento di un quadro elettrico, un piezometro e il relativo modem per la trasmissione dati, che servono per il monitoraggio dell’infrastruttura ferroviaria. Raid che provocò l’interruzione della linea. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto gli arresti domiciliari con applicazione di braccialetto elettronico. Contestato anche l’ipotesi di rimozione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. Il gip ha riconosciuto l’aggravante della finalità di terrorismo.

Gli investigatori avrebbero accertato che il presunto autore – che era stato identificato in un militante dell’area anarco-antagonista – “disalimentò con strappo dei cavi le due telecamere di videosorveglianza che monitorano il piazzale ove è ubicata la cabina QMT 16 e il posto di esodo, impedendo di visionare la galleria Scheggianico”, nel comune di Firenzuola (Firenze), “e il relativo soccorso di eventuali passeggeri”.

Secondo le accuse, “l’insieme dei danni provocati compromise e mise in pericolo l’intero sistema di soccorso e la gestione dell’emergenza della galleria”. L’azione venne rivendicata il successivo 14 agosto sul sito web di area anarchica Il rovescio. L’indagato è considerato l’autore o, comunque, l’ispiratore dell’azione e il gip ha riconosciuto l’aggravante della finalità di terrorismo, “e ciò – viene spiegato in una nota della procura – in quanto l’arrestato, con tale gesto e con la sua rivendicazione, intese rispondere a due accadimenti: quelli di Carrara, riguardanti l’esecuzione di una misura cautelare emessa nei confronti di 9 militanti anarchici, tratti in arresto in indagini di un’altra autorità giudiziaria, e quelli di Firenze concernenti lo sgombero effettuato lo stesso 8 agosto 2023 in via Ponte di Mezzo n. 32″.

Nella rivendicazione, fanno sapere dalla procura, “si invocava principalmente una delocalizzazione della lotta, laddove lo Stato non può proteggere i suoi servizi essenziali, come quello ferroviario e, in particolare, l’alta velocità per la sua estensione nello spazio”. L’indagato risulta già sottoposto a custodia cautelare ed è attualmente sotto processo per altri sei episodi analoghi, sempre nei pressi della galleria Scheggianico, per cui è stato arrestato il 25 gennaio 2022.

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