La strage di Altavilla Milicia a mio avviso è uno dei casi di cronaca nera più sconvolgenti accaduti nel nostro Paese perché coinvolge un’intera famiglia all’apparenza comune precipitata nell’inferno del fanatismo religioso, di macabri rituali di esorcismo e di indicibili torture. Il capofamiglia, operaio cinquantaquattrenne, che insieme a due complici ha prima seviziato e poi ucciso la propria moglie e due dei suoi figli rispettivamente di 16 e 5 anni, era vittima di un delirio religioso che lo portava a credere che i suoi cari fossero posseduti dal demonio e dovessero essere purificati attraverso una serie di rituali e pratiche di esorcismo.

Dato che, dalle testimonianze di alcune persone vicine alle vittime, loro stesse tendevano a credere alle farneticazioni di Barreca, viene da chiedersi se e da quanto tempo la donna e i ragazzi vivessero in un ambiente tossico intriso di fanatismo, ossessione e, molto probabilmente, violenza domestica. E’ possibile che la moglie e i figli di Barreca non abbiano mai tentato di chiedere aiuto a parenti e amici e che i loro comportamenti non abbiano mai destato alcun sospetto negli insegnanti e nei compagni di scuola e neppure nei servizi sociali che seguivano la famiglia in relazione ad alcune problematiche di carattere economico?

Perché, pur con le dovute differenze, questa vicenda mi ricorda da vicino quella della ventunenne della provincia di Avellino tenuta segregata in catene dalla madre che la sottoponeva ad ogni genere di maltrattamenti e vessazioni. Anche in quel caso gli assistenti sociali visitavano spesso l’abitazione per supportare gli altri membri della famiglia da un punto di vista materiale e alimentare ma non si erano mai resi conto delle violenze perpetrate ai danni di quella povera ragazza fino alla denuncia attuata dalla sorella della vittima. Nel caso della famiglia di Altavilla purtroppo non si è riusciti ad evitare il peggio e la strage è stata compiuta anche grazie al fatto che i coniugi che hanno materialmente preso parte alle sevizie e agli omicidi erano a loro volta dei fanatici religiosi.

In Italia purtroppo si parla poco di psico sette ma il fenomeno pare essere molto più diffuso di quanto si pensi. Non è poi così raro che un individuo, di qualsiasi estrazione sociale, culturale ed economica, finisca per diventare prigioniero di una psico setta il cui leader o i cui leader per interessi personali che possono spaziare da un tornaconto di natura economica al fanatismo religioso e spirituale, aspira a reclutare proseliti isolando il più possibile le vittime e allontanandole da amici e parenti per annullare il loro senso critico e la loro capacità di ragionare in modo autonomo.

Spesso questi leader si celano dietro la figura di predicatori via social come è ipotizzabile sia avvenuto nel caso della coppia di complici di Barreca che si autoproclamava “fratelli di Dio” e reclutava seguaci su Facebook celandosi dietro il ruolo di mental coach e venditori di prodotti di bellezza naturali. E’ inquietante pensare che questi “fratelli di Dio” siano riusciti a convincere Giovanni Barreca ad organizzare un fine settimana con tutta la famiglia allo scopo di pregare per allontanare il diavolo dalla loro abitazione: quello che doveva essere un ritiro spirituale si è trasformato in una serie di sevizie protratte per giorni fino alla morte della donna bruciata e sepolta in giardino e dei due minori i cui corpi sono stati ritrovati con evidenti segni di tortura.

Anche se nel nostro Paese il reato di plagio è stato derubricato, non si può trascurare il fatto che la manipolazione psicologica sia una delle forme di abuso più frequenti di cui non si può sottovalutare la portata e l’impatto negativo sulla psiche di persone che magari stanno vivendo un momento difficile e sono vittime della propria fragilità. E se può risultare difficile tracciare i contorni netti di quello che può essere definito reato di plagio, è necessario colmare il vuoto legislativo che lascia impuniti soggetti come sedicenti santoni, guaritori e predicatori che attuano sistematicamente su persone fragili la manipolazione mentale che è la più subdola forma di violenza psicologica.