Roma Capitale non ha un Osservatorio Casa. Una necessità evidenziata dal Piano strategico per l’abitare approvato dal Consiglio comunale, a luglio 2023, che prevede l’istituzione proprio di un Osservatorio Casa. In attesa che nasca, per fortuna, a Roma ci sono energie e professionalità che producono dati e analisi utilissimi, un vero servizio pubblico ma fornito da privati. Mi riferisco all’ “Osservatorio Casa” che da anni pubblica dati e approfondimenti, curato dall’architetto Enrico Puccini.

Puccini ha pubblicato una interessantissima analisi sulla graduatoria per l’accesso ad una casa popolare, ritenendo che quella graduatoria sia un indicatore dell’emergenza abitativa che consente di capire quanti e quali nuclei fanno domanda e quali famiglie vengono soddisfatte con l’assegnazione.

L’analisi della graduatoria di Roma aggiornata al dicembre 2023 ci dice che: a) il numero di famiglie in attesa per la casa popolare è in continua crescita, si è superata quota 16.600, quindi l’emergenza abitativa aumenta; b) delle famiglie in graduatoria, il 44%, attende casa da 10 anni; c) nelle prime 1.000 posizioni, il 64% di queste occupata da nuclei composti da una persona.

Le famiglie attualmente in graduatoria sono 16.635, un numero in crescita da quando il Bando è stato aperto nel 2012. Ogni aggiornamento annuale ha registrato un incremento degli aventi diritto, di circa un migliaio di posizioni. L’incremento della graduatoria negli anni testimonia come il numero delle case che il Comune assegna annualmente è inferiore al numero delle persone che fanno domanda e ottengono il diritto all’alloggio popolare.
La media delle assegnazioni a Roma è 350 alloggi all’anno, nel 2023 sono stati 405, mentre le domande che pervengono, annualmente, sono più di mille. L’emergenza abitativa, quindi, è destinata a crescere. Si certifica cosi che il numero delle case che Roma assegna annualmente rispetto alla domanda sono mediamente una domanda ogni tre.

Ad incidere sullo scorrimento della attuale graduatoria vi è il fatto che fino al 2018 a Roma vi sono state due graduatorie parallele a cui si assegnavano case: una composta dai nuovi richiedenti dal 2012 e l’altra dai punti 10 del bando del 2000, qualche migliaio di famiglie. Tenuto conto delle assegnazioni medie annuali sono serviti tre/quattro anni, sui dieci del nuovo bando per estinguere la graduatoria dei punti 10 del bando 2000.

Delle 3.500 assegnazioni, tra il 2013 e il 2023, più di 1.000 sono andate alla vecchia graduatoria e solo poco più di duemila all’attuale bando in vigore. Questo ha inciso sull’andamento della attuale graduatoria favorendo l’accumulo delle domande degli anni precedenti, mentre con le assegnazioni alla vecchia graduatoria di fatto si è limitato lo scorrimento della nuova.

A Roma l’analisi dell’Osservatorio casa di Enrico Puccini certifica che tra il 2013 e il 2023 considerando le assegnazioni ai punti 10 della precedente graduatoria e quelle assegnate in riserva (il 25% delle assegnazioni), solo la metà delle già esigue assegnazioni è andata effettivamente alla graduatoria.

Un ultimo elemento messo in risalto dall’Osservatorio di Puccini è la composizione dei nuclei famigliari presenti nella graduatoria con il tema dei single nella graduatoria. Se ci si riferisce solo ai primi mille nuclei in graduatoria, i single sono addirittura il 64% se aggiungiamo i nuclei composti da due persone si arriva al 73%. Se invece ci riferiamo all’intera graduatoria i nuclei composti da una persona sono il 30% mentre i nuclei con due componenti il 22%, un complessivo 52%. Questo è determinato da una assoluta insufficienza di alloggi pubblici di piccolo taglio, che sono solo l’11%. In assenza di nuovi alloggi tarati sui nuclei famigliari in graduatoria il disallineamento fra patrimonio, domanda di alloggio e graduatoria, a causa della dinamica demografica si amplierà nei prossimi anni.

L’analisi prodotta da Puccini, sulla quale concordo, evidenzia che il vero problema è che, in questo stato di cose, non si capisce come possa il Comune di Roma – nonostante il Piano strategico – affrontare e risolvere il pregresso accumulato delle domande e le criticità evidenziate. Del resto a sei mesi dall’approvazione del Piano strategico per il diritto all’abitare, venerdì 9 febbraio 2024 sindacati inquilini e movimenti si sono dovuti rivolgere al Sindaco Gualtieri in un incontro in Campidoglio, chiedendo una cabina di regia, per i ritardi che si stanno registrando nell’attuazione del Piano strategico. Mentre all’orizzonte la Regione Lazio pensa addirittura a istituire due bandi uno dell’Ater e uno del Comune, non bastavano le criticità di un bando unico e sempre aperto.

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