Tra meno di due settimane si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale della Sardegna, e per la scelta del Presidente della Giunta. Tra circa dieci giorni terminerà la campagna elettorale. Lo Stato italiano conosce un “inverno demografico”, cioè una diminuzione e un invecchiamento della popolazione, terribile. La Sardegna è messa peggio.

La Sardegna perde in modo impressionante residenti. I nati sono pochissimi, moltissime e moltissimi, dalla maggiore età, attraversano il mare per lavorare o studiare, e non tornano. Le prospettive al 2050 sono un incubo, anche perché non sono frutto di scelte libere, ma di costrizioni. In politica a parole tutti sono “con i giovani”. Nei fatti no. A parte lodevoli eccezioni, individuali, chi fa politica sono giovani ricchi o “figli di…”. Figli di ex politici, ex consiglieri regionali, ex sindacalisti. In qualche caso sono delfini di politici navigati, più anziani (dentro) dei loro mentori.

Nel 2022 però, in Sardegna, è successo qualcosa di diverso. Centinaia di donne e uomini, di ragazze e ragazzi al di sotto dei 40 anni, alcuni dei quali tornati appositamente in Sardegna, si sono messi insieme. Non sono “figli di…”. Sono lavoratrici e lavoratori precari, studenti, agricoltori e pastori, giovani professioniste e piccoli imprenditori. Sono giovani che non si sentono rappresentati dai gruppi politici da troppo tempo al governo della regione (come i sardi sanno, le etichette centrodestra e centrosinistra sono spesso finte, si confondono). Odiano le clientele e gli arrivisti. Dal 2022 hanno promosso centinaia di incontri e di assemblee. Hanno costruito una proposta programmatica, comprensibile a tutti, chiara, di rottura e immediatamente attuabile, che hanno sottoposto a tutte le forze politiche che (a parole) si sono opposte all’ex presidente Solinas. Hanno deciso di candidarsi, fondando Vota Sardigna insieme ad altri, per entrare in Consiglio Regionale, insieme a Renato Soru e tanti altri.

Sono una generazione volutamente esclusa dal potere, una generazione numericamente minoritaria. Sono una generazione che deve vincere. Sono l’unica speranza per l’oggi, non per il domani.

Molte brave persone mi dicono “serve esperienza e capacità per fare il consigliere regionale”. Lo dicono molti che votano chi sta in consiglio regionale da 10 anni, o anche più. Cosa hanno fatto di così epocale in 10 anni, siano essi stati all’opposizione o al governo, questi politici navigati?

Le cose accadono perché qualcuno le fa accadere. Non nascono dal nulla. Con che dignità e che coraggio oggi un padre di famiglia può guardare sua figlia e suo figlio, se non ha lottato per cambiare le sabbie mobili fangose della politica sarda?

Danilo, Nicoletta, Gigi, Ivana e tutte le altre e gli altri di Vota Sardigna sono la vera novità per le sarde e i sardi che vogliono aria nuova in Consiglio regionale. L’usato sicuro è in realtà la sicurezza che nulla cambierà.

Il voto, ormai abbandonato dalla metà degli elettori, può ridiventare un’arma utile. La scelta di Vota Sardigna di presentarsi alle elezioni dà questa possibilità. Quando è stata l’ultima volta che hai votato con speranza?

Articolo Precedente

Senato, la vicepresidente Ronzulli comunica le dimissioni di Sgarbi: applauso in Aula

next
Articolo Successivo

Ilaria Salis, il ministro Nordio: “I familiari hanno perso un anno”. Il padre: “Non sa i fatti, dalle istituzioni mi aspetto comportamento diverso”

next