Speciale Festival di Sanremo 2024

Sanremo 2024, Clara con gli occhiali da vista: un meme (poi cancellato) solleva il putiferio

Ingenui noi miopi che, guardando gli occhiali di Clara, abbiamo solo pensato di cambiare montatura

di Beatrice Manca

Si dice spesso che Sanremo sia lo specchio del Paese reale. Il guaio è che, spesso e volentieri, questo è un Paese sessista. Lo dimostra il caso di discussione del giorno, quella che coinvolge la cantante Clara (come vittima) una pagina social satirica e un paio di occhiali da vista. Ma soprattutto, i commenti di chi tira in ballo un certo cliché vintage del porno che riguarda segretarie, maestre cattive e altri stereotipi simili, suscitando un’onda di indignazione.

Il meme dei PanPers sugli occhiali da vista di Clara – La vicenda è questa: durante la terza serata del Festival Clara (in gara con Diamanti grezzi) raggiunge Amadeus sul palco per presentare l’esibizione dei Santi Francesi. Indossa un lungo abito nero monospalla e gli occhiali da vista perché, confessa, ha paura di mettere le lenti a contatto. Non sono gli occhiali estrosi e retrò della Mannino, ma quelli classici (c’è chi dice da nerd, chi da sciura) con la montatura squadrata e spessa di colore nero. Che cosa succede? Prima ancora che gli ottici di tutt’Italia si organizzino per fare instant marketing, una pagina satirica da 677mila follower (i PanPers) pubblica un primo piano di Clara che parla al microfono imprimendoci sopra la grafica di Brazzers, uno dei più noti siti e trafficati siti porno al mondo.

Disclaimer per chi non bazzica: oltre a richiamare alla mente una serie di fantasie polverose (ma dure a morire) su prof del liceo, dottoresse o segretarie, gli occhiali meritano una categoria del porno a sé. Googlare per credere. Il riferimento supremo è Mia Khalifa, stella dell’industria hard che in pochissimi mesi ha ottenuto un successo planetario grazie anche agli occhiali neri, la sua firma di stile. Dando prova di grande senso imprenditoriale, Khalifa nel 2020 ha messo all’asta gli ormai celeberrimi occhiali per raccogliere fondi da destinare alla croce rossa libanese dopo l’esplosione di Beirut.

Il post è stato rimosso – Ma tornando ai Panpers. Il post raccoglie, un po’ come uno Swiffer, una lunga serie di commenti sessisti. Non è una reazione difficile da prevedere: anzi, il post gioca proprio su quel darsi di gomito tra maschi. Solo che qui non siamo al bar, ma in uno spazio pubblico, dove è facile che le cose degenerino. E se sei un account da centinaia di migliaia di follower, alla colpa si aggiunge pure il dolo. Il meno becero dei commenti recita: “Lo abbiamo pensato tutti” e tocca pure dargli ragione, perché in rete gli occhiali da vista di Clara vengono definiti “sexy” o capaci di “stregare” l’Ariston mentre i “follower sono in deliro”. Vista l’ondata di indignazione sollevata, il meme viene prontamente eliminato, ma Internet ha buona memoria: gli screenshot sono ancora disponibili in rete con tutta la carica di violenza dei commentatori spacciata per goliardia che non ha bisogno di amplificatori. 

Ingenui noi miopi che, vedendo quanto sta bene Clara con gli occhiali, abbiamo pensato di cambiare montatura. Ingenui nell’avere di un moto di autostima: “Ma sai che c’è? Domani non mi metto le lenti a contatto”. Ingenue noi che ci siamo dimenticate per un attimo di cosa può fare il male gaze, lo sguardo maschile più truce che distorce la realtà con gli occhi del predatore: mangiare una banana, l’orlo della gonna, la panna sul gelato, il colore del rossetto, la coda di cavallo, e chi più ne più ne metta. Ingenui a pensare che un atto banale, in un contesto professionale, venga letto per quello che è – difetto della vista – e non come una provocazione sessuale. Ingenui noi ma soprattutto povera lei, che non solo deve preoccuparsi del palco e della gara, ma pure dei quarantenni sui social.

Poveri anche noi che dobbiamo ribadire l’ovvio: sessualizzare una ragazza di 24 anni per la scelta degli occhiali, solleticando il lato peggiore del pubblico, non è satira. È un modo grossolano, subdolo e pericoloso di trattare le persone come pezzi di carne. Tra l’altro solo ventiquattr’ore fa toccava a un’altra cantante in gara, BigMama, fare i conti con il bodyshaming sui social.

Il punto non è che, come sicuramente starà pensando qualcuno, non si può più dire niente. L’intera vicenda dimostra come invece ci si senta molto liberi di dire tutto ciò che ci passa per il cervello. Il punto è: vogliamo ancora gettare le donne in pasto alla rete per fare like? Per un paio d’occhiali, per giunta?

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