Come aveva già fatto in altre occasioni, anche quando era alla guida dell’acciaieria di Terni, Lucia Morselli va ad affrontare i lavoratori in prima persona. L’amministratrice delegata di Acciaierie d’Italia si è presentata ai cancelli del siderurgico di Taranto davanti ai lavoratori delle imprese dell’indotto, in sciopero da settimane perché le aziende non erogano gli stipendi a causa del mancato pagamento delle fatture da parte dell’ex Ilva.

Dopo essere stata pesantemente contestata, la manager è stata sollecitata a fornire una spiegazione per la produzione al minimo storico. Girandosi verso un operaio ha risposto: “Se non venite a lavorare…”, quasi addebitando la colpa agli stessi lavoratori nonostante l’Ilva viaggi da mesi a ritmi mai visti. Basti pensare che ha chiuso il 2023 con appena 3 milioni di tonnellate di acciaio prodotto, mancato gli obiettivi annuali preannunciati. Ora l’azienda è alle prese con una crisi finanziaria profonda e il tribunale di Milano ha respinto la richiesta di Morselli – espressione del socio privato ArcelorMittal – di impedire a Invitalia, socio di minoranza, di richiedere l’amministrazione straordinaria al ministero delle Imprese.

“Non vogliamo chiudere. Per non chiudere dobbiamo essere tutti dalla stessa parte. Nessuno si salva da solo”, ha detto ancora Morselli al presidio. “Che male abbiamo fatto?”, hanno chiesto i lavoratori in attesa del pagamento di due mensilità degli stipendi. “Voi non avete fatto nulla di male”, ha precisato la manager. “Ci sono delle questione importanti che stanno sopra di voi e anche di noi, questioni – ha continuato – che stanno su tavoli molto importanti e dobbiamo aspettare che si trovi una via d’uscita”. Quindi ha aggiunto: “Voglio dire una cosa: se il problema fosse tra tutte le vostre aziende e l’acciaieria, avremmo risolto in qualche modo. Il problema sta sopra le nostre teste. Anche noi speriamo si trovi una strada comune. Non è Acciaierie che ce l’ha con voi. Non c’è contrapposizione fra noi e voi”.

Articolo Precedente

Ue, “2024 anno di svolta per i lavoratori a basso reddito”. Aumenti a doppia cifra dove c’è il salario minimo. Stipendi al palo? Solo in Italia – Lo studio

next