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Il futuro delle concessionarie secondo Bmw: “Auto integrate nell’esperienza di vita”

Il futuro delle concessionarie secondo Bmw: “Auto integrate nell’esperienza di vita”
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Non c’è bisogno di immaginarsi il futuro delle concessionarie auto. Perché il futuro è qui, pronto. Di fatto, lo hanno già pensato disegnato, realizzato e reso operativo dal momento in cui la stessa concezione dell’auto ha subito la rivoluzione copernicana che ne sta stravolgendo quasi la stessa essenza.

A spiegarlo è Kai Langer, direttore del design della gamma elettrica di BMW i, intervenuto nella sede romana della Casa di Monaco proprio per mostrare l’applicazione pratica della nuova filosofia. “Il ruolo dell’automobile nelle nostre vite, è cambiato. Prima era soprattutto performance, completamente divisa, separata dal nostro modo di vivere, un luogo dove la forma seguiva la funzione. Adesso i clienti, le persone desiderano che le vetture siano integrate nella propria esperienza di vita. A partire dall’aggiornamento dell’auto con tutti gli oggetti della nostra vita quotidiana spesso coincidenti con l’elettronica di consumo, in modo da integrarli con l’auto stessa. Così ora la forma segue l’esperienza personale, sia di chi guida che di chi gli sta accanto. Un’esperienza dove comunque la forma, insieme al comfort, ha ancora la sua importanza come dimostra la progettazione degli interni della nuova BMW Neue Klass”.

Con una premessa simile, le concessionarie old style non avrebbero avuto senso. E infatti è già scattata la rivoluzione che in breve tempo le stravolgerà, per essere riconcepite da zero. L’esempio lo abbiamo avuto sotto gli occhi proprio nella location dell’evento, cioè a BMW Roma di via Salaria, dove il progetto globale di BMW, Retail.Next ha preso coerentemente forma grazie all’impegno di tutta la filiale italiana, del General Manager, Salvatore Nanni e del suo staff. Una sorta di laboratorio esperienziale che sta facendo da apripista agli altri 41 progetti delle concessionarie 4.0 di BMW in Italia. Un percorso che anche altri costruttori stanno portando avanti.

E allora entriamo nel nuovo mondo dell’auto da desiderare, scegliere e acquistare. Un viaggio diverso da quello del passato, un percorso immersivo, una customer experience, completamente innovativa. Anche se basata su un approccio molto lifestyle, non lontano a quello presente negli showroom di moda, dove conta appunto l’esperienza di brand e dove ogni dettaglio fa la differenza.

Il cliente non entra più in un luogo freddo, bensi in una sorta di salotto caldo e accogliente, più simile ad una casa che a un posto dove si fa business, dove si vende. Poltrone, divani, lampade con luce calda accolgono in maniera ainclusiva insieme a display tv disseminati ovunque chi è interessato all’acquisto di una vettura come si fa quando si aprono le porte della propria casa a un ospite. E in ogni casa che si rispetti c’è anche un profumo caratteristico, che BMW ha voluto ricreare anche nel suo showroom creando un’essenza, denominata Salaria blend che completa le tattiche di… seduzione.

Le auto? Diventano complemento d’arredo, perché il rapporto con il prodotto è completamente ribaltato. E in questa fase, che definiremo d’approccio, il ruolo fondamentale è quello del “product genius” e la chiave di lettura è la digitalizzazione: così ogni indicazione del cliente viene mediata e reinterpretata a video da questo professionista del prodotto, capace di rispondere a qualunque curiosità sui modelli del brand e sulle singole caratteristiche delle varie versioni. Un personaggio affabile e compete, ma totalmente distaccato dal processo di vendita, che poi, in seguito, potrà essere finalizzato dai professionisti del settore in altri salottini separati, sempre molto familiari dove la configurazione al video fatta con product genius assume le dimensioni economiche concrete.

E per chi decide di acquistare è prevista anche la cerimonia di consegna della vettura in un altro punto dello showroom, dove regnano altri salotti: insomma il luogo della soddisfazione, nel quale emerge definitivamente la centralità del cliente. Perché lì si concretizza il rapporto esclusivo, dove l’“hospitality revolution” si perfeziona dopo aver coinvolto tutti i sensi. È il nuovo mondo, prendiamone atto.

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