Se ne parla ormai da più di sei mesi, ma oggi la candidatura di Carola Rackete alle prossime elezioni europee è diventata ufficiale. L’attivista 35enne diventata famosa per aver forzato, da capitano della nave Sea Watch 3, il blocco dei porti ai migranti imposto dall’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha deciso di portare le sue idee fino a Bruxelles al grido di “non lasceremo l’Europa ai fascisti e non permetteremo loro di distruggere le istituzioni democratiche”.

L’attivista tedesca tenterà di risollevare le sorti del partito di sinistra Die Linke, sprofondato nei sondaggi e ancora convalescente dopo l’uscita della sua stella, Sahra Wagenknecht, che ha fondato una nuova formazione portando con sé anche nove deputati. Ma in un’intervista al Guardian Rackete dice di non voler essere vista solo come colei che osò sfidare il governo italiano nella figura di Matteo Salvini, anzi ammette di non riconoscersi completamente nella sua immagine pubblica e pensa che quanto avvenuto “dimostri che come esseri umani desideriamo davvero storie di speranza, come quella di una piccola ong che si oppone a un grande governo bullo“. L’esperienza con Sea Watch, dice anche l’attivista, le ha insegnato “quanto può raggiungere un’organizzazione della società civile”.

Rackete si è candidata per la Linke, ma da indipendente. Per lei la scissione con Wagenknecht può essere “un’opportunità per un nuovo corso” all’interno del partito tedesco nato nel 2007. Una rifondazione che, a suo parere, dovrebbe prendere spunto da formazioni come i Labour nel Regno Unito, dal risultato del voto in Polonia e dalla vittoria di Lula in Brasile.

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