Una massa nera di sagome di persone, con braccia tese e il manifesto “Boia chi molla”, e una mano che spruzza su di loro vernice con i colori dell’arcobaleno da una bomboletta con scritto “Antifascismo“. È il quadro che è stato affisso a Milano in via Masera a poca distanza dalla sede di Fratelli d’Italia nel centro del capoluogo lombardo. L’opera della street artist Cristina Donati Meyer si intitola “Cacca Larentia: defascistizziamoci“.

Come spiega la stessa artista il quadro “richiama lo scandalo dei mille fascisti e del loro show ad Acca Larentia a Roma”. E il luogo nel centro di Milano non è stato scelto a caso ma per denunciare il silenzio della “presidente del Consiglio che continua a tacere e il presidente del Senato, Ignazio Benito La Russa derubrica a ‘ragazzata’. Provocatoriamente – si legge in una nota – il murale incorniciato si intitola ‘Cacca Larentia, defascistizziamoci’, con l’auspicio che tali lugubri immagini, che riportano al periodo più buio della storia italiana, non debbano mai più vedersi, e che le organizzazioni neo fasciste e neo naziste siano sciolte e trattate come meritano”.

“Una vergogna inaudita“, la definisce in una nota il capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti. Nonostante nell’opera il riferimento sia alla commemorazione e non all’uccisione dei tre giovani avvenuto il 7 gennaio del 1978 Foti attacca: “Una vergogna come a distanza di 46 anni da una strage in cui sono stati assassinati 3 giovani missini ad Acca Larentia, senza aver mai avuto giustizia, ci sia ancora qualcuno che ne faccia dell’ironia, che infanghi la memoria di quei ragazzi e che alimenti l’odio politico“. Per il capogruppo di Fdi, quel quadro “vigliaccamente intitolato ‘Cacca Larentia’ affisso, per provocazione, vicino alla sede di Fratelli d’Italia a Milano con i colori dell’arcobaleno”, “più che street art, altro non è che guano art“, conclude Foti.

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