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Il nome del principe Harry cancellato dall’albo dell’esercito: “Una vendetta per le sue dichiarazioni sulla guerra in Afghanistan”

Nonostante il sevizio reso alla causa ed alla patria, la guerra personale ingaggiata dal duca del Sussex contro la sua famiglia gli è costata un prezzo alto

di Antonella Zangaro

Chi di libro ferisce di libro perisce. La pubblicazione dell’ultimo albo dell’esercito della Reale Accademia di Sandhurst ha letteralmente cancellato il principe Harry ed il servizio reso. Non si è ancora arrestata, dunque, l’onda anomala generata dalle uscite (ufficiali e non ufficiali) armate dalla sete di vendetta del principe ribelle. Dopo le ritorsioni da parte della famiglia, adesso tocca all’esercito del quale il figlio di re Carlo III aveva orgogliosamente fatto parte. Tra i 200 migliori “alumni” citati nella pubblicazione “They Also Served”, curata da Vaughan Kent-Payne, il suo nome non figura. Eppure il duca del Sussex nel 2005, come da copione scritto per i figli della famiglia reale britannica, aveva frequentato un corso di addestramento di 44 settimane fatte di duro allenamento presso il campus di Camberley, nel Surrey, non distante da Londra. L’anno successivo era anche diventato ufficiale cadetto.

Poi però arrivò l’Afganistan, con due successive missioni dal 2007 al 2008 (come Forward Air Controller) e come pilota di Apache dal 2012 al 2013. Un carriera culminata con la promozione a capitano nel 2011, poi completamente vanificata nel suo valore “militaresco” da tutto quello che è seguito. Nonostante il sevizio reso alla causa ed alla patria, la guerra personale ingaggiata dal duca del Sussex contro la sua famiglia gli è costata un prezzo che l’esercito gli ha servito con un piatto freddo ed irrevocabile.

Una esclusione dall’albo motivata anche dai contenuti della biografia “Spare”, Il Minore che, uscita un anno fa insieme ai documentari e alle interviste rilasciate in America, ha sparato ad alzo zero contro tutto e tutti contravvenendo così anche alle regole “dei codici” militari. La parte più controversa sarebbe quella legata al capitolo nel quale Harry racconta (forse con troppa baldanza) dell’uccisione di 25 combattenti talebani; “il nemico”, quelli che i corsi gli avevano insegnato a considerare “pezzi di una scacchiera” da abbattere e non persone. Forse un po’ troppo anche per gli imbarazzi generati a tutti i livelli. Tra l’altro, sempre le sue scelte bellicose contro la Ditta, il Palazzo e le sue regole, e la conseguente fuga in California, nel 2021 gli erano già costate la cancellazione di tre titoli “cerimoniali”. Ma anche questo era il prezzo da pagare per chi decide di uscire dal mondo ovattato e durissimo di Buckingham Palace cessando così di essere un membro attivo della Royal Family.

Stando a quanto riportato dal Sun, Richard Kemp, ex comandante dell’esercito inglese, avrebbe incluso Harry, ma non ci sarebbe niente di male se non figura. Peccato che il fratello William sia presente e lodato. Il portavoce della pubblicazione ha anche tenuto a precisare che l’obiettivo del volume era quello di evidenziare il valore e l’esperienza dei soldati, non la loro popolarità. Eppure William c’è, nonostante la sua carriera militare sia stata molto più breve e più “protetta”, come denunciato da Harry, perché l’erede al trono non poteva essere sacrificato .. come il Minore.

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