Vince in volata Elon Musk. È lui il più ricco del 2023 superando il francese Bernard Arnault, patron del gruppo del lusso Lvhm. I loro patrimoni sono aumentati sensibilmente nel corso dell’anno. Hanno lavorato di più? No. Semplicemente possiedono una bella fetta delle azioni dei gruppi che comandano e con la corsa delle azioni dell’anno che si conclude la ricchezza su cui siedono è lievitata. Il patrimonio del fondatore di Tesla (titolo in rialzo del 140%) è aumentato di 95 miliardi di dollari, oltre tre volte il valore della legge di bilancio italiana, per intenderci, raggiungendo i 232 miliardi. Il francese deve accontentarsi di un tesoretto da 179 miliardi, sostanzialmente invariato rispetto ad un anno fa. Arnault viene così raggiunto da Jeff Bezos di Amazon che recupera una cinquantina di miliardi dopo i cali del 2022. Quarta posizione per Bill Gates di Microsoft che sale a 140 miliardi davanti al “collega” Steve Ballmer, ex di Microsoft. Anche per Mark Zuckerberg il 2023 è stato positivo: si è arricchito di 80 miliardi di dollari e si piazza al sesto posto.

A fare i conti in tasca ai ricchissimi è l’agenzia Bloomberg che rivela anche come il patrimonio complessivo delle 500 persone più ricche al mondo sia salito in 12 mesi di 1.500 miliardi di dollari, recuperando completamente i cali del 2022 con un “bonus” aggiuntivo di 100 miliardi. Da segnalare l’ascesa dell’ereditiera di L’Oréal, Françoise Bettencourt Meyers, diventata – secondo il Bloomberg Billionaire Index – la prima donna ad accumulare una fortuna di 100 miliardi di dollari (90,1 miliardi di euro), affermandosi come la dodicesima persona più ricca del mondo. Primi italiani, al 45esimo posto, Giovanni Ferrero e famiglia con 33 miliardi. Evviva la Nutella e la sede fiscale in Lussemburgo.

Tutto bene? Per loro sicuramente si, per tutti gli altri un po’ meno. Su questi maxi guadagni i super ricchi non pagheranno neppure un centesimo di tasse. Almeno finché non decidono di vendere qualche azione e ammesso che nel frattempo non azzerino i rialzi. E in ogni caso ci sono infiniti strumenti a disposizione dei miliardari per dirottare risorse in quei paradisi fiscali dove il prelievo rasenta lo zero. Ecco perché Warren Buffett (patrimonio di 120 miliardi) può vantarsi di pagare in tasse un paio di milioni di dollari. In proporzione meno, infinitamente meno, di quanto versa la sua segretaria oppure un impiegato o un operaio di qualsiasi paese del mondo.

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