Decine di milioni di dollari in cedole di obbligazioni Gazprom giacciono da mesi nei forzieri di Euroclear. Il problema è che, ai sensi del diritto internazionale, dovrebbero essere nelle tasche dei loro possessori, tra i quali ci sono anche parecchi italiani. Come noto ai più, Gazprom è il colosso statale del gas russo e, al pari di molte aziende del paese deve districarsi tra le maglie delle sanzioni imposte dall’Occidente dopo l’invasione dell’Ucraina. Le sanzioni colpiscono alcune attività e alcune società ma ne lasciano immuni altre. Nello specifico Gazprom non è al momento sottoposta a sanzioni, anche per il semplice motivo che gli Stati europei continuano a comprare il suo gas, seppure in quantità minori di prima.

Molto prima che l’invasione dell’Ucraina complicasse tutto, ovvero nel 2004, Gazprom ha emesso sui mercati internazionali un’obbligazione in dollari da 451 milioni, con scadenza trentennale (quindi al 2034) e cedola dell’8,6% l’anno. In sostanza ogni anno il gruppo russo paga ai possessori del titolo interessi per quasi 40 milioni di dollari. Come accade abitualmente per stati e aziende di tutto il mondo, a veicolare questi pagamenti sono due cosiddetti depositari centrali: Euroclear e Clearstream. Ricevono le somme dal pagatore e poi le smistano alle varie banche che li distribuiscono ai destinatari finali, i singoli possessori di bond. Euroclear ha sede in Belgio ma, come sempre quando ci sono di mezzo dollari e finanza, a dominare è Washington.

Già diverse volte in passato la Casa Bianca ha usato il suo strapotere finanziario per congelare presso i depositari soldi che avrebbero dovuto essere consegnati agli obbligazionisti. È anche un modo per forzare “default artificiali”. In questo caso però la forzatura sembra particolarmente stridente visto che Gazprom non è sottoposta a sanzioni e versa regolarmente il denaro ad Euroclear. Inoltre, a quanto risulta, il pagatore svizzero Six Interbank Claring, procede invece regolarmente con i pagamenti. Difficile anche dire cosa venga fatto di questi soldi che, anche stando fermi, qualcosa fruttano. Euroclear nel frattempo non replica alle richieste di chiarimenti ed informazioni.

Esasperato, un gruppo di possessori italiani del bond Gazprom si è rivolto al Parlamento europeo. La petizione è stata considerata ammissibile da Bruxelles in data 7 luglio 2023. L’11 ottobre arriva la risposta in cui si specifica che, effettivamente, il gruppo del gas non è incluso tra i soggetti russi sottoposti a sanzioni e blocchi dei pagamenti. Bruxelles scrive quindi che è possibile ottenere lo scongelamento dei dividendi. “I ricorrenti, si legge, dovrebbero chiedere ai propri istituti finanziari di presentare la relativa richiesta all’autorità nazionale competente e e ottenere così lo sblocco dei fondi”. Le banche, attivate, hanno iniziato a sollecitare Euroclear con più convinzione. Vedremo.

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