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“La mia ex moglie mi ha massacrato. Volevo farmi fuori, sono stato l’unico rocker ad andare in tour con lo psichiatra al seguito”: Zucchero e la lotta contro la depressione

In una lunga intervista al “Corriere della sera” l'artista racconta il difficile periodo vissuto dal punto di vista privato proprio mentre la sua carriera decollava

di Emanuele Corbo

Mi ha massacrato. Però a suo modo è stata una fonte di ispirazione […] È stato un grande amore. Ed è stato un inferno”. In questi termini Zucchero parla del matrimonio con la prima moglie Angela Figliè. Intervistato dal Corriere della sera il cantautore si racconta senza censurare i momenti più dolorosi sia privati che professionali. A segnarlo nel profondo fu proprio l’unione con la ex consorte: quando lei lo lasciò, infatti, lui cadde in depressione sebbene artisticamente parlando stesse vivendo una stagione molto fortunata.

LA STORIA CON LA EX MOGLIE – “Mi sono sposato a 23 anni, lei era ancora più giovane” spiega Zucchero. “[…] Le chiesi di sposarmi. Lei rispose di sì. Fino a quando una notte mi disse: ‘Ti lascio, non ti amo più‘. Ma non so se mi abbia mai amato davvero, di sicuro ‘ti amo’ non me l’ha mai detto, e neanche ‘ti voglio bene’. Mai. E la mia presunzione era farla sorridere, renderla felice”. Per questo motivo l’artista si indebitò di 500 milioni pur di prenderle una casa vicino alla madre: “Così scivolai nella depressione. Non sapevo dove prendere il denaro, dovevo pagare 50 milioni ogni sei mesi […]”.

L’INCUBO DELLA DEPRESSIONE – La sua carriera decollava ma emotivamente la penna di Diamante era a pezzi: “Volevo farmi fuori. Stavo malissimo. Attacchi di panico fortissimi, cose che non auguro a nessuno. Prendevo il Prozac ma non sentivo più niente […] Mi sono capitate cose bellissime, ma non me le sono godute. Ero al massimo del successo e non volevo più salire sul palco, non volevo fare la tournée di Miserere: sedici concerti negli stadi”. Quegli spettacoli poi si tennero, perché venne trovata una soluzione: “Mi piazzarono dietro uno strizzacervelli. Sono stato l’unico rocker ad andare in tournée con lo psichiatra al seguito. Mi dissero: ‘Lui ti da la pasticca, e tu suoni‘. Se no? ‘Se no ti ricoveriamo all’ospedale psichiatrico di Pisa, e devi restarci un mese, perché se annulliamo la tournée faranno i controlli‘”. Il percorso non fu semplice, e in diverse occasioni Zucchero fu tentato di gettare la spugna e scappare dal palco. “Ci ho messo sei anni a uscirne. Mi sono ricostruito pezzo a pezzo” chiosa.

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