Ostriche e champagne. L’apprezzato binomio di Capodanno quest’anno potrebbe saltare. Mercoledì 27 dicembre la prefettura, in accordo con le organizzazioni sanitarie, ha annunciato infatti il divieto di pesca e di commercializzazione dei molluschi del bacino di Arcachon, nel sud ovest della Francia. Gli ostricoltori del Bassin d’Arcachon subiranno quindi un duro colpo: a pochi giorni dal cenone di fine anno, il divieto di vendita delle ostriche, che solitamente imbandiscono le tavole di San Silvestro, provocherà sicuramente una battuta di arresto a livello economico. Almeno provvisoriamente, ma proprio nel periodo di maggiori vendite. Il motivo? Diversi casi di gastroenterite da norovirus e rischi di intossicazione alimentare collettiva. “Da oggi i lotti di molluschi raccolti o pescati in queste zone dovranno essere ritirati dalla vendita. Le persone che possiedono molluschi provenienti da queste zone sono pregate di non consumarli e di restituirli al punto vendita”, si legge nel comunicato stampa della prefettura.

“I sintomi sono quelli di una gastroenterite acuta e finora non sono stati segnalati casi gravi”, ha sottolineato la prefettura della Gironda nel comunicato stampa pubblicato mercoledì, annunciando la notizia. Le indagini sulla tracciabilità sono in corso, ma diverse segnalazioni indicano già che le ostriche della baia di Arcachon “potrebbero rappresentare un rischio“, con analisi effettuate sui prodotti di allevamento locale che confermano la presenza del “norovirus”, l’agente patogeno responsabile della gastroenterite. Da parte loro, le autorità sanitarie hanno notato un aumento delle visite al pronto soccorso per sintomi gastrointestinali legati alla stessa fonte alimentare nel periodo natalizio, secondo quanto riportato dal quotidiano Sud Ouest. Tutti i pazienti descrivono sintomi simili a gastroenterite acuta e molta stanchezza.

La misura, che sarà revocata “non appena la qualità sanitaria dei molluschi sarà di nuovo pienamente soddisfacente”, colpisce in modo grave gli allevatori. La categoria – riporta ancora Sud Ouest – in un comunicato stampa del Comitato regionale di molluschicoltura di Arcachon Aquitaine (CRCAA) ha affermato di essere “vittima della saturazione delle reti di acque reflue e piovane” che provoca “straripamenti nell’ambiente naturale” contaminando le aree di produzione. “A due mesi dalla tempesta che ha massacrato diversi ettari di allevamenti di ostriche sul Banc d’Arguin”, gli operatori temono “una crisi economica senza precedenti” e si chiedono “chi ne pagherà il conto” . La produzione di ostriche nell’area interessata ammonta a circa 8.000 tonnellate l’anno, pari al 10% della produzione nazionale.

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