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Asia Argento: “Ballando con le stelle? Mi vergognavo, ma avevo bisogno di soldi. Per mantenere i figli si fa di tutto”

L'attrice si racconta a “La volta buona” ospite di Caterina Balivo e spiega il motivo per cui nel 2016 ha preso parte al dance show di Milly Carlucci

di Emanuele Corbo

Pecunia non olet. È per questo che, con molta sincerità, Asia Argento ha accettato nel 2016 di partecipare come concorrente a Ballando con le stelle. Un’esperienza che l’attrice ricorda con una certa vergogna come spiega a Caterina Balivo nel programma La volta buona: “Mi vergognavo tantissimo a fare Ballando con le Stelle. Come mai mi vergognavo? Ballare davanti a tutti…Voglio vedere chiunque con un vestito di paillettes a ballare il cha cha o il samba, con gente che ti critica per questo. Come fai a sentirti bene a fare questo? Io non mi sentivo bene. Dicevo ‘Ma dove sono finita?’”. Quindi l’ammissione: “Avevo proprio bisogno di soldi, è la verità, Dio mi è testimone. Si fa tutto per mantenere i propri figli. Io li mantengo da sola e quindi, ad un certo punto, se sono finita a fare Ballando con le Stelle, c’era un motivo. Però mi veniva da piangere […] Fare film horror, non per forza horror, è il lavoro mio […]”.

ASIA ARGENTO: “HO TOCCATO IL FONDO” – Nel corso dell’intervista Asia Argento ha modo di parlare anche della propria autobiografia, anche questa nata per motivi meramente economici ma che le ha dato modo di riflettere su quanto vissuto nel corso della propria vita. “È stata un’operazione dove mi pagavano, è nata così” spiega nel salotto di Rai 1, “però è stato molto più di questo […] è stato legato alla morte di mia madre, ho toccato il fondo, sono successe varie cose sgradevoli negli anni, cercavo di galleggiare ma delle volte bisogna affogare per poi rinascere. Con umiltà mi sono rimboccata le maniche, ho iniziato facendo meditazione per svuotare la mente e riempirla di cose positive […]”.

LA DIPENDENZA DALL’ALCOL – La meditazione per la figlia di Dario Argento è stata fondamentale: “Mi ha portato a smettere di bere” fa sapere, prima di affrontare il tema della dipendenza: “Sono stata alcolista, l’alcolismo è una malattia, non un vizio. Io ho iniziato a bere perché ero molto timida poi però è diventata una compulsione, una sorta di loop mentale […] Con il tempo uno sta sempre peggio, a volte bevevo anche la mattina. Già di mio sono una eremita, ma con l’alcol non uscivo mai. C’erano anche i miei figli a casa, mi hanno visto così, ma ora mi vedono diversa”.

LA RINASCITA – Ad aiutarla a spezzare questa catena autodistruttiva è stato il confronto con altre persone che si trovavano nella sua stessa situazione: “Questo non l’ho fatto con la mia forza di volontà, è una cosa su cui lavoro tutti i giorni con gli altri alcolisti, ci sono dei gruppi di parola per questo, ci vado e quando entro lì dentro tutti i miei problemi si ridimensionano, ritrovo una sorta di serenità ed è un metodo di vita che per me funziona. Bere è solo un sintomo, c’è un malessere di fondo più grande”.

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