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Vittorio Sgarbi e il suo quadro che sembra quello rubato 10 anni fa. Il M5s: “Si allarga la questione morale del governo Meloni”

Vittorio Sgarbi e il suo quadro che sembra quello rubato 10 anni fa. Il M5s: “Si allarga la questione morale del governo Meloni”
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“Un nuovo allucinante capitolo nella saga della questione morale di questo governo”. A dirlo in una nota congiunta sono i deputati del M5s che fanno parte della commissione Cultura della Camera in relazione all’ultimo caso che coinvolge il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. Il riferimento è all’inchiesta del Fatto Quotidiano e di Report secondo la quale il critico d’arte possiede un quadro del Seicento che – secondo la banca dati del Nucleo beni culturali dei carabinieri – risulta essere stato rubato nel 2013. Una vicenda “clamorosa” e “inquietante” sottolineano i 5 Stelle. “Vedremo cosa emergerà e quali spiegazioni saprà fornire Sgarbi su questa vicenda – aggiungono i parlamentari del M5s – Ricordiamo che giace da tempo alla Camera la nostra richiesta a Sangiuliano di venire in aula a riferire sul suo sottosegretario, ora si aggiunge anche questo caso gravissimo. Una cosa è comunque chiara: dopo i casi di Santanchè, Delmastro e Gasparri, adesso si aggiunge un nuovo allucinante capitolo nella saga della questione morale di questo governo. O forse, con Vittorio Sgarbi, la questione morale è stata superata da un bel pezzo“. Sul nuovo guaio che coinvolge Sgarbi interviene anche Sinistra Italiana che chiede le dimissioni del sottosegretario: “Torna alla ribalta sul palcoscenico della vergogna – si legge in un tweet del partito – Non può più in alcun modo ricoprire un ruolo di governo, non può in alcun modo rappresentare l’Italia”. “L’Italia, primo paese al mondo per beni culturali, può avere Sgarbi come sottosegretario di Stato con delega alla sicurezza del patrimonio culturale? – si chiede Elisabetta Piccolotti, deputata del gruppo Verdi-Sinistra – Semplicemente e assolutamente no. Meloni e Sangiuliano facciano quel che devono fare”.

Su altra linea è – in modo non sorprendente – l’ex premier Matteo Renzi che invece sceglie di attaccare il suo successore, Giuseppe Conte. Il leader M5s chiede le dimissioni di Santanchè, di Sgarbi e Delmastro? Per Renzi “ci si deve dimettere dopo la sentenza definitiva in Cassazione, poi ci sono ragioni di opportunità per chiedere le dimissioni”. Dettaglio non irrilevante: il capo di Italia Viva ne ha parlato durante un dibattito sulla giustizia organizzato ad Atreju – la festa di partito di Fdi – su giustizia e riforme, dove ha parlato con il ministro Carlo Nordio, il sottosegretario Andrea Delmastro delle Vedove e la senatrice della Lega, Giulia Bongiorno. Conte, secondo Renzi, è poco credibile, dietro di lui c’è Chiara Appendino, condannata per ora non in via definitiva, per un reato che spero dopo la veda assolta. Conte è giustizialista con gli altri e garantista con i suoi, io l’ho mandato a casa Conte, non mi fate parlare male di Conte…”.

Proprio oggi Sgarbi ha rilasciato un’intervista a BresciaOggi. Non c’è alcuna domanda sui ripetuti incidenti di percorso delle ultime settimane come i presunti incassi per mostre e premi (nonostante sia vietato dalla legge) e l’inchiesta per i mancati pagamenti all’erario. Ma il sottosegretario tocca comunque il tema: “Gli ultimi mesi – dice – sono stati difficili e gli attacchi che ho subìto mi fanno sentire come il generale Mori, deciso a vendicarsi di chi voleva il suo male”.

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