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Spotify fa utili netti per 65 milioni di euro, ma taglia il 17 per cento del personale: a rischio 1.600 dipendenti

Spotify fa utili netti per 65 milioni di euro, ma taglia il 17 per cento del personale: a rischio 1.600 dipendenti
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Spotify ha annunciato che taglierà del 17% il suo personale, quasi un quinto dei posti di lavoro: 1.600 complessivamente le posizioni a rischio. La società di streaming musicale ha comunicato la notizia in una nota, dichiarando che questa scelta è stata presa per aumentare la propria efficienza a fronte di un rallentamento della crescita. La decisione arriva dopo un terzo trimestre ben accolto dal mercato, grazie a un aumento del 26% degli utenti attivi e con utile netto di 65 milioni di euro. “Mi rendo conto che per molti una riduzione di questa portata sembrerà sorprendentemente ampia, data la nostra recente trimestrale e la nostra performance – ha scritto in un messaggio il Ceo Daniel Ek – Abbiamo discusso di eventuali riduzioni minori nel corso del 2024 e del 2025. Tuttavia, considerando il divario tra il nostro obiettivo finanziario e i nostri attuali costi operativi, ho deciso che un’azione sostanziale per ridimensionare i nostri costi era l’opzione migliore per raggiungere i nostri obiettivi” anche se si tratta di un taglio “incredibilmente doloroso per il nostro team”. Si tratta della terza riduzione del personale annunciata da Spotify nel 2023: la società ha annunciato un primo taglio di circa 600 posti di lavoro a gennaio. In estate, l’azienda svedese ha dichiarato che avrebbe tagliato circa 200 posti di lavoro nella sua unità di podcasting continuando a ridurre i costi. Nel frattempo Spotify ha aumentato le tariffe di abbonamento nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Australia a luglio, motivandoli con gli aumenti dei costi.

Daniel Ek ha detto che l’adozione di una “struttura più snella ci consentirà anche di reinvestire i nostri profitti in modo più strategico nel business” ora che “la crescita economica ha rallentato drasticamente e il capitale è diventato più costoso”. “Questo – ha concluso il Ceo – non è un passo indietro; è un riorientamento strategico. Siamo ancora impegnati a investire e fare scommesse coraggiose, ma ora, con un approccio più mirato, garantendo la continua redditività e la capacità di innovazione di Spotify”.

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