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Prezzi della benzina ai minimi del 2023. Ma i cartelloni voluti dal ministro Urso non c’entrano nulla

Prezzi della benzina ai minimi del 2023. Ma i cartelloni voluti dal ministro Urso non c’entrano nulla
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Il prezzo della benzina tocca oggi il valore più basso del 2023. Una buona notizia per gli automobilisti e per tutti, visto che il costo di trasporti ed energie si ripercuote, prima o poi, sul prezzo di qualsiasi bene. Le ultime rilevazioni indicano una benzina self service che viene venduta in media a 1,813 euro al litro mentre il gasolio si colloca a 1,793 euro, con ribassi di qualche millesimo rispetto a ieri. “La benzina su strada è a 1,81 euro al litro, il dato più basso dell’anno. I margini delle società petrolifere si sono ridotti di 9 centesimi rispetto a un anno fa. L’efficacia dell’esposizione dei prezzi medi la dimostrano i risultati”, esulta il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso che aggiunge “Per questo abbiamo fatto ricorso al Consiglio di Stato. L’efficacia è sotto gli occhi di tutti ed è evidenziata dai numeri”, ha spiegato. In realtà il cartello con i prezzi c’entra davvero poco. Oggi come ieri si ragiona al più su millesimi di euro e, come si dice, “tortura abbastanza i dati e ti diranno qualsiasi cosa”. In realtà le tariffe alla pompa italiane si stanno muovendo in linea con quelle degli altri paesi europei e riflettono una discesa delle quotazioni del petrolio oltre che un alleggerirsi delle tensioni sui mercati internazionali che si spera duraturo.

Il costo del petrolio è sceso fino a circa 82 dollari (brent) sui minimi dallo scorso luglio. A fine settembre aveva superato i 96 dollari e un mese fa un barile veniva ancora scambiato a 90 dollari, 8 più di oggi, quasi il 10%. Un mese fa la benzina si pagava circa 1,87 euro al litro, oggi il 3% in meno. Se si considera il costo della materia prima (ossia il petrolio) su quello finale incide per circa il 50%, i conti sono presto fatti. Anche perché le voci fiscali (accise ed iva) sono rimaste assolutamente invariate. Come accennato sui prodotti energetici è in atto una “tregua”. Le tensioni in Medio Oriente sembrano al momento restare relativamente circoscritte senza particolari ripercussioni sui flussi petroliferi. I prezzi del gas rimangono su valori storicamente alti (46 euro al megawattora) ma ben al di sotto dei picchi stratosferici raggiunti un anno fa, i siti di stoccaggio europei sono pieni e la stagione fredda per ora troppo fredda non lo è stata (ma le cose, pare, stanno per cambiare). A quietare le quotazioni degli idrocarburi c’è poi uno scenario economico di stagnazione, quando non di blanda recessione, che lascia presagire che non ci sarà nel breve una significativa ripresa della domanda.

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