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Jamala, la cantante ucraina vincitrice dell’edizione 2016 di Eurovision è ricercata in Russia per “crimini non specificati”

Nel mirino c'è proprio la canzone con cui vinse l'Eurovision, dichiaratamente anti-russa

di Simona Griggio

Ricercata per “crimini non specificati”. La cantante ucraina Jamala, star vincitrice dell’edizione 2016 di Eurovision, è finita nella lista delle persone ricercate in Russia. A rivelarlo l’agenzia di stampa Tass. Che spiega come non venga precisato di quali reati sia accusata l’artista. Ma solo che il ministero dell’Interno russo l’ha inclusa nella lista nera del suo data base. Chi è Jamala? Cosa ha fatto? Susana Jamaladinova, questo il suo nome, è nata in Crimea 40 anni fa. Di ascendenza tatara, deve la sua vittoria all’Eurovision Song Contest di sette anni fa alla canzone “1944”. Il brano vincitore, di cui Jamala ha composto musica e testi, racconta della deportazione e della pulizia etnica di circa 200.000 tatari di Crimea perpetrati dalle autorità sovietiche nel maggio 1944 sotto Stalin.

E’ una canzone dichiaratamente anti-russa. Una posizione di denuncia che la cantante ha sempre avuto, anche prima di diventare una star mondiale. Ha infatti espresso il suo punto di vista senza mezzi termini su tutti gli eventi più tragici: dall’annessione della Crimea alla Russia nel 2014 alla guerra di occupazione dell’Ucraina. Già nell’aprile del 2022, pochi mesi dopo il primo intervento di Mosca nella sua terra, Jamilova viene inserita nella lista degli artisti ucraini a cui è proibito l’ingresso in Russia per 50 anni. La cantante, sottolinea la Tass, è anche una sostenitrice del movimento Lgbt e del matrimonio tra persone dello stesso sesso in Ucraina.
Di quali reati è accusata? Fonti di polizia sentite dall’agenzia ipotizzano che la cantante possa essere stata incriminata per la “diffusione di false notizie sulle forze armate”. Un’accusa prevista in base a una riforma del Codice penale introdotta nel 2022 e mossa contro molti attivisti, giornalisti e oppositori in Russia che si sono schierati contro l’operazione militare in Ucraina.

Jamala, che è attualmente impegnata in un tour di raccolta fondi e sensibilizzazione in Australia, ha reagito alla notizia pubblicando una sua storia su Instagram in cui spiega convinta la sua visione delle cose: “E’ sempre il solito metodo usato dalla propaganda russa: bugie, bugie e ancora bugie. Questa è la dimostrazione che l’arte e la musica possono veicolare la verità”. Da quando è stata dichiarata vincitrice di Eurovision 2016, alla finale che si è svolta a Stoccolma, Jamala è diventata popolare nel mondo. Figlia di un direttore d’orchestra tataro di Crimea e di una pianista armena del Nagorno Karabakh Jamala, ha potuto fare ritorno con la famiglia in Ucraina soltanto nel 1989, poco prima dell’indipendenza del Paese.

Sposata dal 2017 con l’attivista Bekir Suleimanov e madre di due figli, per Jamala musica e canto sono strumenti fondamentali per difendere la sua cultura. Ma anche per raccogliere, nei concerti dei suoi tour internazionali, risorse utili alla causa ucraina. “Non importa dove mi trovo, la priorità per me è ricordare che gli stranieri sono venuti a casa mia per uccidere e mutilare la vita, per distruggere e riscrivere la mia cultura” aveva detto al premier ucraino Volodymyr Zelenskyj. La sua bellissima voce d’artista e quella di attivista, continuano a stare insieme.

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