Volemose bene, almeno fino al prossimo Ecofin. “La nostra cooperazione fa un salto in avanti: Italia e Germania tornano a incontrarsi in questo formato dopo sette anni, questo segna un cambio di passo nelle nostre relazioni, già eccellenti”, ha affermato la premier Giorgia Meloni nelle dichiarazioni congiunte con il cancelliere Olaf Scholz, dopo la firma del Piano d’azione che, ha notato, “innalza la nostra cooperazione a un nuovo livello, anche esplorando nuovi ambiti di dialogo e crescita comune: una buona notizia per i nostri popoli e per l’Europa nel suo complesso”. “Abbiamo sottoscritto il piano d’azione” e con l’Italia “vogliamo potenziare la collaborazione energetica”, rilancia il cancelliere. Ma tra un paio di settimane, in occasione del vertice straordinario dell’Ecofin del prossimo 7 dicembre, Roma e Berlino torneranno a incrociare le lame. In discussione ci sarà infatti la riforma del patto di Stabilità con l’Italia capofila di chi chiede maggiore tolleranza e la Germania paladina del rigore.

Sul patto di Stabilità “si fanno dei passi in avanti giorno dopo giorno in una trattativa che facile non è: partiamo da necessità diverse ma avere la capacità di chiarirle aiuta a cercare posizioni di sintesi” ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Ma non è un segreto che le posizioni dei due paesi siano agli antipodi e che se alla fina la bilancia non penderà troppo dalla parte tedesca sarà solo per i contrappesi francese e spagnolo. “La posizione della Germania richiama soprattutto il rientro del debito: stiamo cercando un punto di incontro migliore piano piano per un patto che sia possibile rispettare, stiamo lavorando per una soluzione possibile, serve a noi e alla Ue nel suo complesso”. Secondo Scholz sul Patto di stabilità “sono stati fatti buoni progressi”, penso che potremo raggiungere un accordo e credo che non siamo mai stati così “vicini a un risultato”.

Intanto i due leader hanno firmato un testo di circa 35 pagine, aperte dai principi guida. “L’Italia e la Germania – si legge in questo paragrafo – vogliono assumersi la responsabilità comune di plasmare attivamente il futuro dell’Ue verso l’obiettivo condiviso di un’Unione democratica, sovrana e sempre più unita, e le relazioni con i partner nel mondo”. Il Piano declina in cinque capitoli gli ambiti di cooperazione rafforzata, in cui sono previsti appuntamenti bilaterali, fra cui un Forum macroeconomico, in cui la cooperazione, oltre che sul Pnrr, si estenderà alla lotta all’evasione fiscale, “anche attraverso la promozione di una migliore regolamentazione dell’eccessiva concorrenza fiscale intra-Ue”. È poi previsto un “Dialogo Strategico in materia di difesa e sicurezza tra i Ministeri della Difesa” dei due Paesi.

Senza dubbio i due paesi sono strettissimamente legati da un punto di visa economico e commerciale. Una buona parte dell’industria del Nord Italia è sostanzialmente integrata con le produzioni tedesche e la Germania è stabilmente il nostro primo partner commerciale, prima destinazione del made in Italy e primo nostro fornitore al mondo. Non stupisce quindi che nell’incontro tra i rappresentanti delle “due Confindustrie” italiana e tedesca (Bdi) svoltosi a margine del vertice si sia ribadita l’importanza della collaborazione italo-tedesca: gli industriali dei due paesi collaborano sui temi europei da oltre un decennio, un asse che all’incontro di oggi è apparso particolarmente rafforzato. A quanto si apprende, è emersa grande condivisione su alcuni temi centrali per il futuro dell’Europa e della sua industria: dalla decarbonizzazione, da fare salvaguardando la competitività delle imprese europee, alla sicurezza energetica e non solo, alle sfide della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale. Centrale per gli industriali italiani e tedeschi la questione dell’eccesso di regolamentazione: considerano fondamentale avere normative meno rigide e più efficaci. È stato anche ribadito il principio di neutralità tecnologica rispetto agli ambiziosi ma necessari obiettivi di sostenibilità ambientale, così come la necessità di un’autentica unione economica e monetaria.

C’è un dossier industriale che al momento è particolarmente “caldo”, l’ingresso di Lufthansa nel capitale di Ita Airways, prodromico all’ennesimo tentativo rilancio della compagnia italiana. Secondo alcuni osservatori il comportamento che sta tenendo Bruxelles non è limpidissimo, l’accordo non è particolarmente gradito a Parigi (leggi Air France). “Su Lufthansa siamo pronti la settimana prossima a inviare la notifica alla Commissione europea. Avendo risolto un problema che da tempo l’Europa chiede di risolvere, auspichiamo una risposta immediata. Abbiamo fatto un ottimo lavoro insieme”. La “cooperazione tra Lufthansa e Ita è buona” e vogliamo “un trattamento veloce e giusto a Bruxelles”, ha affermato il cancelliere.

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