Cinema

Killers of the flower moon è stato un flop o un successo?

di Davide Turrini

Killers of the flower moon è stato un flop o un successo? Gli analisti di mercato ad Hollywood se lo stanno chiedendo da un po’. L’ultima opera di Scorsese, infatti, rischia di diventare un caso paradigmatico più a livello commerciale che critico. Intanto iniziamo dagli incassi. A tre settimane dall’uscita Killers of the flower moon ha racimolato a livello mondiale 122 milioni di dollari, di cui 55 milioni in patria e 66 milioni all’estero. E che le proporzioni nei ricavi dei film di Scorsese siano sempre suddivise, all’incirca, 40% dagli Usa e 60% dal resto del mondo non è una novità. Semmai è una imponente novità che i film di Scorsese costano e non poco.

L’ultima sua fatica sugli indiani Osage con Leonardo DiCaprio e Robert De Niro protagonisti ha visto lievitare le fatture di Apple Studios sui 200 milioni di dollari (Oppenheimer di Nolan, film sempre in costume e con lunga lavorazione, ne è costato la metà). Una cifra davvero ragguardevole che probabilmente verrà raggiunta lentamente tra un mesetto o due, sempre che sotto natale Killers resista in sala. Peraltro Apple che ha deciso vita, morte e miracoli di questo film, a fine agosto ha riscritto gli accordi con il distributore in sala, la Paramount, posticipando l’uscita di Killers dal 6 ottobre al 20, e soprattutto togliendo la prerogativa dell’uscita in sala “limitata” per tenersi il pubblico per lo streaming. Mossa non del tutto sbagliata perché Killers ha raccolto numeri interessanti, viste le ultime prove al botteghino di Scorsese che non sono state delle migliori. Ad oggi infatti Apple non ha ancora comunicato quale sarà la data in cui il film finirà in streaming e verrà tolto dalle sale. Insomma, nell’era post Covid si naviga parecchio a vista. E a vista sono anche le considerazioni generali sugli incassi. “È un buon risultato per un servizio supportato da un servizio streaming? O è un risultato terribile per un film epico-poliziesco da 200 milioni di dollari diretto da Scorsese e interpretato da star come DiCaprio e De Niro? O da qualche parte nel mezzo?”, si chiede Variety.

Non vedo come il suo attuale risultato al box office globale lo mette nella posizione di realizzare profitto”, spiega sempre su Variety, Eric Handler, analista senior media di Roth Capital Partners. “Dovrà portare molti nuovi abbonati su Apple Tv, quando uscirà in streaming”. Altri analisti, però, ricordano che i players come Apple, Amazon e Netflix non sono obbligati a mostrare i loro dati di pubblico e che quindi in ogni caso un passaggio in sala che genera ricavi insperati rimane comunque un afflusso di denaro concreto oltre gli spettatori al calduccio del divano con pc sulle gambe. Certo è che un film ambientato in un’epoca oscura della storia statunitense con un budget di 200 milioni di dollari oggi una delle grandi e storiche major di Hollywood non se lo potrebbe permettere perché il cosiddetto “break even point” sarebbe attorno ai 500 milioni di dollari, cifra che il film di Scorsese non vedrà nemmeno in cartolina.

Quindi sì, per i parametri extra streaming, Killers sarebbe un notevole flop. Su Variety c’è anche chi ricorda che le vacche grasse dei budget dei giganti dello streaming non dureranno poi a lungo. Ora Amazon e Apple hanno messo sì sul piatto un gruzzolo da un miliardo di dollari l’anno in produzioni cinematografiche vecchia maniera, ma appunto, come segnalano gli analisti del settore, ci stanno già prendendo le misure e budget di questo genere non li rivedremo spesso. Variety ricorda ad esempio il caso di un film con un budget cospicuo, Air di Ben Affleck, prodotto da Amazon. Il film è costato 90 milioni di dollari e ne ha ricavati nell’uscita in sala sempre 90. Quindi non è andato in rosso nella sua corsa nei cinema ma soprattutto ha aggiunto flussi di entrate che non sarebbero state possibili se il film fosse passato direttamente in streaming. Infine, è chiaro che Apple punta a tenere Killers in sala fino a dicembre/gennaio per rientrare in una eventuale corsa agli Oscar. Insomma, un ulteriore esperimento distributivo/produttivo in questa nuova era in cui i giganti dello streaming sembrano avere più bisogno di quel che pensavano delle sale cinematografiche, a loro volta non del tutto agonizzanti come si paventava in piena tempesta Covid.

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