La sensazione, in sala, è quella di assistere ad un film fatto da un amico, da qualcuno che ci è particolarmente vicino, al quale vogliamo bene e di cui siamo davvero fieri. Paola Cortellesi è un’attrice brillante e talentuosa, una donna carismatica che è riuscita, negli anni, a far breccia nel cuore degli italiani senza ostentare nulla, senza forzare. Questo spiega le persone in fila al botteghino, la sala piena di gente come non si vedeva da molto tempo e quella dolce sensazione di condivisione e vicinanza che restituisce il senso vero dell’andare al cinema.

Nel suo esordio alla regia, non tradisce le aspettative, semmai le supera. C’è ancora domani è un film bellissimo, intenso e pieno di garbo. Le immagini in bianco e nero scorrono sullo schermo e raccontano di un’Italia appena uscita dalla guerra, che ha lasciato un Paese martoriato e impaurito. I richiami al cinema neorealista sono evidentissimi, così come l’infinito amore di Paola Cortellesi per Anna Magnani, alla quale si ispira profondamente per interpretare la sua Delia. Ma il cinema neorealista è solo un punto di partenza, perché il film ha la grande capacità di essere estremamente e crudelmente attuale, ricco di riferimenti a questi anni confusi nei quali permangono ancora vecchi retaggi culturali, disuguaglianze sociali e preoccupanti forme di maschilismo.

Delia è madre e moglie, svilita e maltrattata in quanto donna dal marito/padrone, terrorizzata non tanto per se stessa, quanto per i figli, in particolar modo per la sua unica figlia femmina, alla quale spera di evitare lo stesso triste destino. Le botte sono quotidiane, ma sullo schermo la violenza è appena accennata, così come i segni sul corpo. Il dramma viene descritto attraverso scelte registiche delicate e piene di poesia. Delia subisce e sta zitta, sa che ribellarsi è rischioso in un Paese che giustifica il delitto d’onore (del quale ci libereremo solo nel 1981!) e in un periodo storico nel quale la donna non esiste senza un uomo. Lei incassa e soffre in silenzio, suscitando la rabbia e lo sdegno di sua figlia adolescente, che si chiede perché la madre non reagisca, perché sopporti senza fiatare.

Fuggire parrebbe l’unica soluzione, magari una fuga romantica con quel giovane meccanico che ogni mattina, vedendola passare davanti all’officina, si rammarica di non averla chiesta in sposa prima di quel mostro di Ivano, magistralmente interpretato da Valerio Mastandrea. Lo spettatore sogna questa fuga e spera di vederla presto fuori dall’incubo, lontana da tutti i soprusi e le violenze. Sarebbe potuta andare così, con lei che decide di scappare con l’amore di una vita, abbandonando tutto e tutti per costruirsi un futuro migliore. E invece no. La svolta di questo film si ha proprio verso il finale. Delia ha un piano, ma il suo piano non prevede nessuna fuga, perché fuggire sarebbe solo una soluzione temporanea e soprattutto significherebbe abbandonare i propri figli ad un destino incerto. Il vero coraggio di Delia è restare e prendere una posizione netta, agire davvero perché le cose cambino per sempre, non solo per qualche anno. Quindi, il 3 giugno 1946, Delia va a votare per la prima volta nella storia italiana.

Finalmente anche per le donne è arrivato il momento di contare e Delia non può sprecare questa occasione, deve farlo per sua figlia Marcella e per tutte le donne prima di lei, rimaste invisibili per troppo tempo. Per tutto il film, Ivano si lamenta che sua moglie non tiene mai la bocca chiusa e quindi merita di essere punita. In questa potentissima ultima scena, Delia non parla e come lei nessuna delle migliaia di donne al seggio. Si vota a bocca chiusa, perché parlare non serve. Resistere per cambiare davvero le cose.

Paola Cortellesi ha diretto un film prezioso e necessario, con un forte messaggio politico, una grande dichiarazione d’amore per il cinema e soprattutto per le donne, da sempre grandi protagoniste della storia del nostro Paese. Mentre scorrono i titoli di coda, la sala applaude e io non riesco a smettere di piangere. Grazie Paola, da donna e madre di una giovane bimba ribelle.

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