Nessun nuovo bonus, a esclusione della decontribuzione per le lavoratrici madri di almeno due figli. Nessuno stanziamento di risorse per quelli che non erano già finanziati anche per il 2024. Un paio di proroghe, con relativi rifinanziamenti, per la card Dedicata a te e la garanzia pubblica sui mutui per gli under 36 (ma non per le relative agevolazioni fiscali). Più risorse per il pagamento di rette degli asili nido e per promuovere il welfare aziendale, anche in questo caso con più benefici per i lavoratori con figli. La seconda manovra del governo Meloni destina metà delle risorse alla proroga del taglio del cuneo fiscale e all’unificazione delle prime due aliquote Irpef prevista da uno dei decreti attuativi della delega fiscale: non resta molto per agevolazioni e incentivi, che del resto sono fin troppi e di cui ogni esecutivo si ripromette la razionalizzazione salvo temere contraccolpi elettorali. Ecco quali sgravi resteranno in vigore e cosa, invece, è destinato a saltare. Dalla ricognizione emerge che l’attenzione si è concentrata su quelli legati alla “natalità”, in teoria faro della maggioranza, che però non ha mantenuto la promessa di varare un quoziente familiare con cui ridurre le tasse a chi ha più figli.

Superbonus e bonus edilizi – In base al décalage già previsto, il Superbonus già ridotto quest’anno dal 110 al 90% calerà nel 2024 fino al 70%. Per chi ha ristrutturato casa con il maxi incentivo, col risultato di farne aumentare il valore, scatteranno poi controlli sulla richiesta di variazione della rendita catastale: se non è stata presentata si rischiano sanzioni. I proprietari che hanno beneficiato di cessione del credito o sconto in fattura e rivendono l’abitazione entro 10 anni pagheranno poi una tassa del 26% sulla plusvalenza. Il bonus ristrutturazioni del 50%, l’ecobonus del 65% per interventi come le schermature solari e il bonus del 75% per l’eliminazione delle barriere architettoniche restano in vigore perché erano già finanziati anche per il 2024.

Bonus mobili e verde – La manovra non tocca nemmeno l’agevolazione che consente di detrarre il 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. Idem per il bonus verde, che era stato già coperto per tutto il 2024: si tratta di una detrazione Irpef del 36% per un massimo di 1.800 euro sulle spese sostenute per progettare e sistemare giardini o terrazzi, realizzare sistemi di irrigazione o installare coperture a verde e giardini pensili.

Bonus Iva sulle case green – Introdotta con la scorsa manovra, la detrazione Irpef del 50% sull’Iva per l’acquisto di case di classe energetica A o B direttamente dal costruttore non è rifinanziata e quindi è destinata a saltare.

Bonus acqua – Salta anche il credito d’imposta del 50% delle spese sostenute per comprare e installare sistemi di filtraggio e mineralizzazione per razionalizzare l’uso dell’acqua e ridurre il consumo di contenitori di plastica. Era stato introdotto nel 2021 e prorogato fino alla fine del 2023.

Mutui under 36 – La manovra stanzia 282 milioni per estendere di un altro anno, fino al 31 dicembre 2024, la garanzia Consap all’80% sui mutui prima casa per gli under 36: un aiuto riservato solo a chi ha Isee sotto i 40mila euro e pensato per facilitare l’accesso alla casa anche in assenza di risparmi rilevanti. Ma saltano tutte le altre agevolazioni in vigore quest’anno: esenzioni dalle imposte di registro (2% del prezzo o valore catastale), ipotecarie e catastali (50 euro l’una), esenzione dall’imposta sostitutiva sui mutui (0,25% se si tratta di prima casa), credito di imposta nel caso l’acquisto sia soggetto a Iva.

Bonus trasporti – Non sono previste nuove risorse nemmeno per rifinanziare il contributo di 60 euro sull’acquisto degli abbonamenti ai mezzi pubblici istituito nella primavera 2022. I fondi previsti per gli abbonamenti mensili di novembre sono finiti in poche ore. Le eventuali risorse residue saranno messe a disposizione, sempre via clic day, dalle 8 dell’1 dicembre.

Bonus auto – Gli incentivi per l’acquisto di auto restano quelli introdotti nel 2022 dal governo Draghi, che li aveva finanziati fino al 2030. Quest’anno andavano da 2mila euro per le ibride e le macchine a benzina o diesel con emissioni tra 61 e 135 grammi/km e se contestualmente si rottama un’altra vettura pre Euro 5 fino a 5mila euro per le elettriche nella fascia da 0 a 20 grammi/km, sempre con rottamazione (senza si scende a 3mila). Gran parte dei fondi per elettriche e ibride plug-in è però rimasto inutilizzato mentre quelli per le auto a motore termico sono andati rapidamente esauriti. Per il 2024 il governo potrebbe quindi rimodulare lo schema. La manovra non prevede nulla in proposito.

18App – Confermata la fine di 18App, il bonus da 500 euro per i neo maggiorenni, che una decina di giorni fa ha esaurito i fondi per il 2023. Come già deciso lo scorso anno sarà sostituita da Carta cultura e Carta del merito, che però non sono per tutti: la prima spetta solo a chi ha un Isee massimo di 35 mila euro, la seconda agli studenti che prendono il voto massimo, 100, all’esame di maturità.

Dedicata a te – La card Dedicata a te per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità (e da ottobre anche carburanti) viene rifinanziata con 600 milioni di euro. Nel 2023 ne erano stati stanziati 500, sufficienti per 1,3 milioni di nuclei familiari anche se quelli con Indicatore della situazione economica (Isee) sotto i 15mila euro – soglia prevista per l’accesso al beneficio – sono molti di più.

Fringe benefit – Sale a 1.000 euro per tutti e 2.000 per i dipendenti con figli il valore dei fringe benefit – i compensi riconosciuti in natura, come buoni pasto, auto e telefoni aziendali, borse di studio – che non concorre alla formazione del reddito e dunque non viene tassato. Sono compresi sia beni e servizi offerti dall’azienda sia eventuali somme corrisposte per pagare le bollette, le spese per l’affitto o gli interessi sul mutuo della prima casa.

Decontribuzioni per le madri – Annunciata da Giorgia Meloni nella conferenza stampa dopo il consiglio dei ministri del 16 ottobre, la decontribuzione per le lavoratrici madri di almeno due figli è di fatto l’unico nuovo sgravio previsto dalla manovra. Finora esistevano infatti agevolazioni per le aziende che assumono donne disoccupate, senza alcun discrimine sulla base dell’eventuale condizione di madre. Il percorso della norma è stato accidentato: il testo della manovra inviato al Parlamento prevedeva, contrariamente da quanto anticipato dalla premier, che anche lo sgravio del 100% dai contributi per le donne con due figli di cui uno sotto i 10 anni durasse per un triennio, come quello previsto per le madri di tre bambini di cui uno under 18. Lo scorso fine settimana è arrivata l’errata corrige – lo “sconto” per loro varrà solo nel 2024 – accompagnata dalle proteste delle opposizioni. Coinvolte 569mila lavoratrici non agricole del settore privato a tempo indeterminato con due figli e 110mila con tre o più figli. Sono state escluse le lavoratici domestiche.
Il decreto sull’Irpef approvato insieme alla manovra prevede poi una nuova maxi detrazione generalizzata per le assunzioni a tempo indeterminato finanziato con i risparmi che derivano dall’abolizione dell’Aiuto per la crescita economica.

Bonus asilo nido – L’asilo nido non sarà “gratis per tutti i secondi figli”, l’obiettivo indicato da Meloni, ma il bonus per sostenere i costi delle rette (in vigore dal 2017) viene aumentato a 3.600 euro per i bimbi nati nel 2024 con fratelli under 10 in nuclei familiari con Isee fino a 40.000 euro. Finora l’aiuto era di 3.000 euro con Isee fino a 25.000 e 2.500 euro per chi ha Isee tra 25.001 e 40.000 euro. Secondo la relazione tecnica i beneficiari sarebbero circa 210mila (a cui si aggiungerebbero altri 21mila nuclei in futuro), quantificazione che secondo il dossier del Servizio bilancio del Senato “andrebbe supportata da dati più analitici”.

Bonus psicologo – La prima manovra del governo Meloni aveva reso strutturale il bonus psicologo riducendo i fondi dai 25 milioni previsti per il 2022 dal governo Draghi a 5 per il 2023 e 8 dal 2024. E portando a 1.500 euro il beneficio massimo annuale per chi ha Isee sotto i 15mila euro. Ma il decreto attuativo non è mai stato emanato per cui per quest’anno nessuno, al momento, ha potuto farne richiesta. OraForza Italia ha presentato un emendamento al decreto Anticipi che, se approvato, porterebbe lo stanziamento a 15 milioni per il 2023 e 40 dal 2024. Anche il Pd chiede maggiori finanziamenti: 50 milioni per il 2023 e altrettanti dal 2024.

Bonus quotidiani – Anche il prossimo anno scolastico sarà previsto un contributo fino al 90% della spesa per l’acquisto di abbonamenti ai quotidiani, periodici o riviste scientifiche, anche in formato digitale, da parte delle scuole statali e paritarie di ogni ordine e grado. Il bonus esiste già dal 2020 per gli istituti che adottano programmi per la promozione della lettura critica e l’educazione ai contenuti informativi.

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