Ogni tanto nei miei scritti da questo spazio lancio bordate inascoltato. Ma a furia di seminare anche da un campo arido e senza afflusso di acqua naturale, piovana o di raccolta, può nascere nuova vita. Un pezzo di erba, un piccolo ramo, un fiore, una pianta. Magari con l’aiuto di altri o di semplici uccelli che trasportano si può ottenere un campo di nuove idee che qualcuno potrà mettere in pratica. Filosofia? No, speranza che deve essere l’ultima ad abbandonarci.

In questa ottica sono contento che le cose di cui ho parlato tempo fa si stiano per avverare. Nel 2024 l’Italia è stata selezionata, insieme al Regno Unito, per poter fare consegne a domicilio con i droni. Ovviamente per ora assolutamente impensabile che si possa vedere nel centro della città dove sono nato e vivo, Milano, ma certamente nei luoghi più difficili da raggiungere sarà un aiuto in più.

Ma voi direte: cosa c’entra con quello di cui parlo da decenni, la sanità? C’entra e ora lo ricordo a chi non mi legge sempre.

Io credo che occorra riorganizzare e risparmiare prima di spendere e si potrebbe partire proprio da questa nuova opportunità anche se per pochi numeri. Ma i pochi numeri diventano, sommandoli, velocemente milioni, se si vuole.

Facciamo produrre i farmaci cronici non brand, i cui brevetti sono scaduti, dall’unica fabbrica farmaceutica pubblica esistente sul nostro territorio nazionale a Scandicci. Consegniamoli a domicilio al paziente, per ora con piccoli numeri per allenarci. Scopriremo di fare molte cose utili che vi elenco.

  1. Il paziente non deve andare più dal medico di base a chiedere la ricetta periodicamente (io prendo un antipertensivo da anni e nella confezione ci sono 28 compresse per cui una ricetta del SSN, che non può contenere più di tre scatole, non basta nemmeno tre mesi!).
  2. Il medico di base decide ogni quanto tempo il paziente cronico deve sottoporsi a controllo e in automatico la consegna viene bloccata senza controllo eseguito.
  3. Il medico di base, la cui “ricostruzione” vi ho parlato in altri post, sarà più libero per visitare e meno oberato dalla burocrazia inutilmente ripetitiva.
  4. Il cittadino risparmia tempo per chiedere la ricetta e per andare a prendere il farmaco.
  5. Lo Stato risparmia i ricarichi del costo del farmaco, che produrrebbe, e della distribuzione attraverso le farmacie che continueranno ad essere utilissime per tutte le altre patologie a carattere di urgenza.

Se poi questa consegna a domicilio fosse autorizzata e fermata periodicamente, a seconda della patologia cronica e di scelta del medico affidatario, direttamente da un sistema di allerta e di condivisione dei dati sanitari come quello che ho presentato nel 2019 a Milano Digital Week e che potete vedere qui, io credo che saremmo nel futuro già da tempo. Certo occorre tempo, ma quanto ne abbiamo già buttato senza nuove proposte?

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