Nel mese di ottobre, stando ai dati diffusi dal Ministero dei Trasporti, sono state vendute 139.052 auto nuove, ovvero il 20% in più risptto allo stesso periodo del 2022. Si tratta del quindicesimo mese consecutivo di crescita per il mercato italiano (che iniziò la sua ripresa nell’agosto del 2022), un risultato che porta il consolidato da gennaio a ottobre a quota 1.315.964 immatricolazioni, il 20,5% in più rispetto ai primi 10 mesi dello scorso anno.

Nonostante il trend positivo, non bisogna dimenticare che rispetto al periodo pre-pandemia mancano all’appello molte delle suddette immatricolazioni: le previsioni di fine anno, come ha messo in luce il Centro Studi Promotor, sono di chiudere il mercato a quota 1.600.000, ovvero il 17,2% in meno rispetto al 2019. Più contenute ancora le proiezioni dell’Unrae, secondo le quali non si supererà quota 1.570.000. Numeri che, su questo il giudizio è unanime, non sono sufficienti a risolvere il vero problema della mobilità italiana, ovvero la vetustà del parco auto circolante e dunque il suo maggiore impatto sullpi quinamento.

Per quanto riguarda il tipo di alimentazioni, come spiega in una nota Federauto (l’associazione dei concessionari italiani), “ad ottobre le ibride elettriche sono la prima scelta d’acquisto con una quota di mercato del 39% (+2,8 p.p. su ottobre 2022) e anche nel periodo gennaio-ottobre restano in testa con una rappresentatività al 36%. La quota dell’elettrico si attesta al 4,1% nel mese ma nel cumulato da inizio anno è sempre ferma al 3,9%, con volumi medi mensili di circa 5.000 unità, mentre le plug-in ottengono 4,2% di quota e sono stabili al 4,5% sull’anno. Ad ottobre le auto a benzina e diesel rappresentano complessivamente il 42,7% del mercato, con le prime che crescono del +20,8% e le seconde in calo del -4,3%. La preferenza per il Gpl esprime il 9,9% delle immatricolazioni del mese”.

Riprendendo il discorso sulla mobilità elettrica, c’è da dire che continua a faticare molto nel nostro Paese. I motivi? Prezzi alti, logistica dei punti di ricarica ancora debole. Ma anche un sistema di incentivi (senza i quali l’auto elettrica affonda, come dimostrano anche i dati europei) non adeguato, come spiega Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto: “Purtroppo le auto elettriche, seppur in crescita percentuale, restano “una goccia nell’acqua” e non riescono ad esprimere numeri adeguati a una vera e propria svolta ambientale: la domanda è fiacca (prezzi decisamente elevati), le auto-immatricolazioni fanno da cuscinetto mentre i fondi dell’Ecobonus restano ampiamente inutilizzati (sulla fascia 0-20 ci sono ancora oltre 118 milioni e 208 milioni per la fascia 21-60, oltre ai residui dello scorso anno): servono misure più incisive per rinnovare il parco circolante che, allo stato attuale, conta poco più di 200.000 auto elettriche mentre nel Ddl Bilancio 2024 non c’è alcuna disposizione di revisione in questa direzione».

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