Tutto ruota intorno a un contratto di assunzione del 2019 come docente nell’università telematica Unipegaso, all’epoca ancora guidata dal patron della Salernitana e dell’Espresso Danilo Iervolino. Con quell’assunzione, colui che la sollecitò, il segretario generale della Cisal Felice Cavallaro, è accusato di essersi ingraziato il direttore generale del ministero del Lavoro, Concetta Ferrari, ottenendo l’agognato nulla osta alla scissione “parziale” e “asimmetrica” del patronato Encal-Inpal (con la separazione in due patronati, Encal-Cisal e Inpal). Perché a essere assunto – avrebbe percepito circa 68.000 euro in tre anni, fino al giugno 2022 – fu il figlio della dottoressa Ferrari, Antonio Rossi.

Sono tutti indagati per concorso in corruzione insieme ad altre tre persone, tra cui uno dei più stretti collaboratori di Iervolino, l’avvocato Francesco Fimmanò. I pm di Napoli Sergio Ferrigno ed Henry John Woodcock hanno chiesto il rinvio a giudizio e il gip Enrico Campoli ha fissato l’udienza preliminare al 24 novembre.

Da allora sono cambiate diverse cose: Iervolino non guida più l’università telematica, la dottoressa Ferrari è ora segretaria generale del ministero, e una delle persone indagate, Mario Rosario Miele, all’epoca nel cda della Università Mercatorum riconducibile a Iervolino, ritenuto dai pm tra i mediatori dell’assunzione di Rossi, è diventato dirigente della Salernitana. Il settimo indagato è Fabia D’Andrea, all’epoca vice capo di gabinetto del ministero del Lavoro retto fino a settembre 2019 da Luigi Di Maio.

Nella loro ricostruzione accusatoria i magistrati della Procura di Napoli affermano che la scissione “parziale” dei due patronati si concretizzò in “significativi vantaggi economico-finanziari” per i due enti, ognuno dei quali avrebbe continuato a ricevere sovvenzioni pubbliche e avrebbe mantenuto i locali e i patrimoni. Benefici “persi” nel caso la scissione” fosse stata “totale”, si legge nella richiesta di rinvio a giudizio.

La procedura fu chiesta a marzo 2019 ed ebbe l’ok a giugno. Una analoga richiesta dell’anno prima ebbe parere sfavorevole dal ministero. Il patronato patronato Enpal-Cisal (che fa riferimento a Cavallari) avrebbe poi continuato a avuto un “trattamento assolutamente ‘privilegiato’ e di favore” da parte di Ferrari, rispetto a Inpal.

Segue un elenco di regalie che la dottoressa Ferrari avrebbe ricevuto da Cavallaro: una vacanza a Tropea, il noleggio di una barca, una borsa firmata del valore di 780 euro. Un altro figlio di Ferrari avrebbe anche ricevuto un’Audi Q3 con uno sconto di 4300 euro sul valore di mercato, e un aiuto da parte di Cavallaro per il “buon esito” di un concorso della Polizia di Stato, che però non ha poi vinto.

Il sindacalista inoltre si sarebbe impegnato a “intercedere presso il ministro del Lavoro” dell’epoca per far ottenere a Ferrari “un incarico di maggiore prestigio” nel ministero ed in particolare “quello di presidente del collegio dei sindaci dell’Inps ovvero di segretario generale del medesimo ministero”. Incarichi nel prosieguo “entrambi ricoperti dalla stessa dottoressa Ferrari”.

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