Il governo ha accolto l’ordine del giorno sui vitalizi presentato dal Movimento cinque stelle in Senato. I parlamentari pentastellati chiedono una legge “al fine di addivenire ad una rimodulazione definitiva” delle norme: l’invito rivolto ai componenti del Consiglio di presidenza di palazzo Madama è quello di “farsi promotori della predisposizione di un disegno di legge volto alla razionalizzazione della materia (….)”, volto “al bilanciamento tra l’aspettativa legittima degli ex parlamentari e l’esigenza di contenimento della spesa pubblica”.

Oggi infatti i vitalizi sono regolati esclusivamente da delibere interne: nel 2016 l’ex presidente del Senato Pietro Grasso aveva eliminato il privilegio per i condannati a pene superiori ai due anni di carcere, ma nel 2021 gli organi di garanzia avevano cancellato la regola accogliendo il ricorso di Roberto Formigoni, con l’effetto di ripristinare l’assegno al “Celeste” ma anche a tutti gli ex eletti con problemi di casellario giudiziario. L’anno prima, invece, era stata annullata la delibera dell’ufficio di presidenza che ricalcolava col sistema contributivo l’importo spettante agli ex senatori.

Come ha raccontato il Fatto, l’ok del governo all’ordine del giorno è arrivato in cambio del sì del Movimento 5 stelle all’approvazione del bilancio interno del Senato. Il patto sa di vendetta contro Forza Italia, che nella scorsa legislatura – con i suoi esponenti Giacomo Caliendo e Luigi Vitali – si è speso più di tutti per salvare i vitalizi. I rapporti tra FdI e berlusconiani sono ai minimi termini dopo gli imbarazzanti fuorionda di Andrea Giambruno, ormai ex compagno della premier Giorgia Meloni, trasmessi da Striscia la notizia su Mediaset.

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