Giorgia Meloni è uscita bene dal Giambruno-gate? La risposta è sì. La vicenda accrescerà la sua popolarità e il suo consenso? Forse sì, ma comunque non in maniera rilevante o duratura. È la sintesi dei pareri di due autorevoli sondaggisti, raccolti dal fattoquotidiano.it a proposito della rottura tra la presidente del Consiglio e il suo compagno, il conduttore Mediaset Andrea Giambruno. Dopo la trasmissione su Striscia la notizia dei fuorionda in cui il giornalista flirtava (in modo piuttosto spinto) con alcune colleghe sul posto di lavoro, la premier lo ha lasciato con un post sui social, senza però fare riferimenti diretti allo “scandalo”, ringraziandolo anzi per gli anni trascorsi insieme e il “dono” della figlia Ginevra. Mossa azzeccata? Pare proprio di sì: “A caldo mi sembra che stia raccogliendo molta solidarietà. I social sono con lei, e sappiamo quanto siano cattivi di solito. Anche i politici di opposizione che sono intervenuti, sostanzialmente, le hanno manifestato vicinanza. D’altra parte è difficile non farlo”, sottolinea Antonio Noto, fondatore e presidente di Noto Sondaggi. “Forse è una strategia, forse no, ma in ogni caso sta funzionando. Il messaggio ha avuto un forte impatto emotivo“, spiega. D’altra parte, argomenta, Meloni “non poteva tacere dopo il secondo servizio (trasmesso giovedì, ndr), in cui, a differenza del primo, i comportamenti di Giambruno non potevano essere ridotti a goliardia. Aveva di fronte due strade: o giustificare ancora una volta il compagno, o rimproverarlo in pubblico. Visto che – a quanto dice lei stessa – il rapporto era già in crisi da tempo, ha colto l’occasione per mettere un punto pubblicamente. E ha scelto il momento giusto“.

L’onda emotiva impatterà sul consenso della presidente del Consiglio? Per Noto probabilmente no: “I giudizi sulla fiducia riguardano molto più l’operato dei politici che la loro sfera personale: ricordiamoci di Silvio Berlusconi, amato al massimo livello proprio mentre era più discusso sul piano della condotta morale. La vicenda Giambruno tiene banco oggi, domani gli elettori penseranno ad altro nel valutarla”, afferma. Un effetto ci sarà, invece, secondo Roberto Weber, tra i fondatori di Swg e ora a capo dell’istituto Ixè: “Credo che in certe fasce di elettorato, quelle più anziane, scatterà un meccanismo di simpatia che porterà a una piccola crescita di popolarità per Meloni. È scattato persino a me, che sono sempre stato di sinistra. D’altra parte il giovanotto (Giambruno, ndr) è di una tale maldestria…”. Da dove potrebbe arrivare questo maggior consenso? “Di certo non recupererà punti tra gli oppositori, ma potrebbe guadagnarne nel campo degli astensionisti, che pur non andando a votare hanno un proprio giudizio sulla premier. Se succederà, si tratterà comunque di un aumento percentuale molto lieve“. Peraltro, nota Weber, “in un trend complessivo di calo sostenuto della fiducia nell’esecutivo, la premier finora ha mantenuto valori più alti. Il disinnamoramento degli elettori l’ha risparmiata”. Il motivo? “Intanto conta il fatto di essere la prima donna premier. Poi, per chi segue la politica, è facile accorgersi che lei è a un livello superiore a molti dei suoi ministri“.

I nuovi Re di Roma

di Il Fatto Quotidiano 6.50€ Acquista
Articolo Precedente

Aggressione all’inviato di Rete 4, Grillo assolto a Livorno per “particolare tenuità del fatto”

next
Articolo Successivo

Trento e Bolzano, le province autonome al voto per eleggere i governatori: il centrodestra si conta, a sinistra cercano il colpo gobbo

next