Aveva immobilizzato la vittima poi picchiata da Andrea Beretta fino a fratturagli una gamba e a provocargli un trauma cranico. Un ultrà dell’Inter è stato condannato in abbreviato a due anni e quattro mesi di carcere per il pestaggio di un ambulante davanti allo stadio Meazza, prima della partita di Champions League tra Inter e Liverpool del 16 febbraio 2022. Secondo l’accusa, è stato uno dei complici di Beretta, lo storico leader della curva Nord interista già sotto processo per la vicenda.

Il gup Giulio Fanales, al termine del processo con rito abbreviato (che prevede lo sconto di un terzo della pena), ha riconosciuto l’ultrà neroazzurro responsabile di violenza privata e lesioni aggravate, escludendo però le aggravanti contestate della Procura dell’aver agito per futili motivi e con finalità di discriminazione e odio razziale. L’ambulante picchiato stava vendendo fotografie di calciatori e altri gadget fuori da San Siro. Secondo quanto ricostruito nel capo d’imputazione, Beretta era al ‘baretto’ con altri tifosi quando ha sentito la voce dell’ambulante e in particolare il suo accento campano.

A quel punto, secondo l’accusa, il capo ultras si è alzato e – con la complicità appunto di alcuni amici – ha preso a calci e pugni il malcapitato, per giunta strappandogli di mano lo spray medicinale che usava per prevenire gli attacchi di asma. L’ultrà condannato oggi è ritenuto colpevole di avere immobilizzato la vittima. Il capo della curva Nord, che per la vicenda era finito agli arresti domiciliari, prima di colpire l’ambulante avrebbe anche detto: “Noi siamo della curva, qua i napoletani non li vogliamo”. Da qui l’originaria contestazione dell’aggravante razziale ora caduta.

Beretta da quasi un anno (novembre 2022) è sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con divieto di dimora a Milano: è stata disposta dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale del capoluogo lombardo su richiesta dalla Questura milanese per la “pericolosità sociale” del capo ultras della Curva Nord che, tra l’altro, è stato sentito come teste anche nel caso dell’omicidio di Vittorio Boiocchi, leader storico del tifo organizzato nerazzurro. Tra le ragioni della decisione, il fatto che Beretta si è reso “responsabile di numerosi reati quali furto, rapina, sequestro di persona, violazione della normativa sugli stupefacenti, violenza e minaccia a pubblico ufficiale”. E ancora lesioni, minacce, “estorsione” e “molteplici” violazioni del Daspo che gli è già stato comminato (per la durata di 10 anni). Tra gli episodi segnalati dalla Questura anche quello del pestaggio ai danni dell’ambulante fuori da San Siro.

Articolo Precedente

Salernitana, esonerato Paolo Sousa: Filippo Inzaghi è il nuovo allenatore

next
Articolo Successivo

Scommesse su siti online illegali: indagato il centrocampista della Juve Nicolò Fagioli. Rischia una squalifica non inferiore a 3 anni

next