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L’immunologo Le Foche: “Il mio paziente mi ha aggredito perché voleva che curassi il cane”

L’immunologo Le Foche: “Il mio paziente mi ha aggredito perché voleva che curassi il cane”
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“Aveva avuto un problema alla spina dorsale, ma l’avevo guarito. Poi ha iniziato a chiedermi di curargli il cane”. Così l’immunologo Francesco Le Foche ha spiegato i possibili motivi dell’aggressione subita da parte di un suo paziente, che aveva già guarito da uno spondilodiscite. Il medico ha riportato fratture delle ossa nasali e dell’orbita oculare sinistra che hanno costretto i sanitari a sottoporlo a un intervento chirurgico.

“Era un mio paziente. Aveva avuto un problema alla spina dorsale, ma l’avevo guarito. Poi ha iniziato a chiedermi di curargli il cane. Ma io non potevo, non sono un veterinario. Credo sia questo il motivo per cui sono stato aggredito. Ma stiamo parlando di una persona con problemi”, ha raccontato a Repubblica. L’uomo, che lo ha prima colpito con un fermacarte e poi preso a calci e pugni, è stato fermato da un poliziotto fuori servizio e arrestato per tentato omicidio dopo l’aggressione nello studio di Le Foche in via Po a Roma.

“Se devo essere sincero non ricordo come mi ha aggredito. Non lo so quello che è successo. Sinceramente. Sono arrivato al policlinico Umberto I primo in uno stato di incoscienza”, ha spiegato il medico. “Io l’avrò visto in tutto tre o quattro volte. È un paziente con una spondilodiscite. Lo abbiamo curato e ora sta bene. Però a un certo punto ha iniziato a chiamarmi perché il suo cane stava male. Voleva che curassi anche il cane. Io gli ho detto più volte: guardi, io non faccio il veterinario, mi dispiace ma non la posso aiutare. Per questa cosa non posso esserle utile”, ha proseguito Le Foche.

Ma da mesi, ha ricordato ancora, “ogni volta si presentava col problema del cane”. Poi, ha sottolineato, “credo che il cane sia morto e questo deve avergli smosso qualcosa dentro”. L’animale, ha precisato, “lo seguivano già dei veterinari molto bravi e se loro gli avevano detto che non si poteva fare niente non è che io potessi fare qualcosa. Lui però non demordeva e insisteva, ‘professore lei può fare qualcosa. Deve aiutarmi. Lei può salvare il mio cane'”. Parlando ancora dell’aggressore, Le Foche ha aggiunto: “È molto alto, grosso. Fisicamente enorme. Io stavo facendo le visite. È entrato nel mio studio e mi ha aggredito. Io peso 67 chili. Per me era impossibile da contenere. La mamma è una persona molto perbene. Una donna a modo, mite. In genere è lei che lo tranquillizza e lo tiene a bada. Stavolta non c’è riuscita”.

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