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“Modalità monaco”, ecco cos’è il nuovo trend di TikTok che spopola per disintossicarsi dai social e aumentare la produttività

L’hashtag #monkmode ha 68.8 milioni di visualizzazioni e #monkmodemotivation e #monkmodechallenge insieme superano i 10 milioni di osservatori

di 30science per Il Fatto

Vuoi disintossicarti dai social ma non ci riesci? Ti aiuta una app a farlo! Sembra un paradosso ma è tutto vero: a dimostrarlo è l’enorme successo di Freedom, (dall’inglese Libertà) la app che dal 2020 ha raddoppiato i suoi utenti e che oggi conta circa 2 milioni e mezzo di persone nel mondo. E non solo. Una delle sue funzionalità, la monk mode, cioè la “modalità da monaco” è diventata un trend topic su Tik Tok. L’hashtag #monkmode ha 68.8 milioni di visualizzazioni e #monkmodemotivation e #monkmodechallenge insieme superano i 10 milioni di osservatori. Con la monk mode si può decidere di bloccare l’accesso ai social media dal proprio telefono sia in maniera ‘soft’ che ‘hard’. Si può decidere il numero di ore o minuti di durata del blocco, è possibile cambiare idea o si può anche sigillare la decisione, in modo che non possa essere sbloccato per nessuna ragione fino all’orario e al giorno stabilito. A diffondere la notizia agli utenti non abituali dei social è stata l’emittente televisiva britannica Bbc che intervista Susie Alegre, un’avvocata dei diritti umani e scrittrice di Londra. “E’ estremamente difficile resistere alla tentazione di controllare i social mentre si lavora”, dice Alegre. “Uso la app Freedom quando voglio poter essere contatta telefonicamente ma non voglio altre distrazioni”. E la app ha funzionato al punto che la scrittrice non solo ha completato il libro ma lo ho intitolato proprio Freedom to think” cioè Libertà di pensare.

Trascorriamo in media due ore al giorno a navigare, postare e commentare su Facebook, Twitter, YouTube e altre piattaforme social. Numerosi studi hanno evidenziato che i social creano dipendenza. Le ricadute di questo fenomeno sul lavoro, lo studio ma anche a lungo periodo sul cervello, sono sempre più argomento di studio, soprattutto per la salvaguarda dei più giovani. La sovraesposizione alla tecnologia è un problema in aumento nei giovani nativi digitali, che ha assunto dimensioni preoccupanti durante la pandemia da Covid-19, in seguito alle misure governative imposte per contrastare la diffusione del virus, come la chiusura delle scuole, delle attività ludiche, sportive e ricreative. Dall’inizio della pandemia, la principale attività quotidiana di migliaia di ragazzi si è riversata sui cellulari, pc, smartphone con ore e ore di navigazione e interazioni in un mondo sconosciuto agli adulti, e quindi difficilmente monitorabile, siano essi educatori o pediatri e medici.

D’altronde non è questione di scarsa volontà o attenzione dei genitori ma di veri e propri ‘stratagemmi’ per innescare la dipendenza, come racconta il fondatore della app Freedom: “I social media assumono i migliori scienziati per rendere il proprio uso più stimolante, non è giusto aspettarsi che un individuo riesca a prendere le distanze da solo”, commenta Fred Stutzman, fondatore della app Freedom. Quindi, occorre difendersi e lavorare sulla consapevolezza, l’informazione e la prevenzione, come dichiara il Ministero della Salute con un recente approfondimento dal titolo “I disturbi da Addiction nelle dipendenze non legate all’uso/abuso di sostanze”. Questo gruppo eterogeneo di “dipendenze comportamentali” sono definite “nuove dipendenze” o “new addiction”, commentano le Autorità Governative e rappresentano un rilevante problema sanitario e sociale con un costo elevato per il sistema sanitario dato che queste persone necessitano di un approccio socio-sanitario integrato e che le new addiction sono significativamente aumentate negli ultimi anni, sia in termini epidemiologici che di impatto clinico, ed appaiono ancora sottovalutati e scarsamente integrati nelle attuali conoscenze.

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