Dalla Valutazione di impatto ambientale mai disposta al Piano di emergenza esterno, documento centrale nella gestione dei rischi in caso di incidente. Dopo la deflagrazione alla Esplodenti Sabino di Casalbordino, in provincia di Chieti, sono tante le domande a cui in queste ore si cerca di dare una risposta. Alcune, a dire il vero, sono di vecchia data e a porle è stato il Forum H2O che, intervenendo sulla tragedia, ricorda (“al di là delle indagini della magistratura e delle eventuali responsabilità”) non solo la precedente esplosione del 2020 per la quale proprio domani, 14 settembre, è prevista l’udienza preliminare, ma anche una serie di esposti e osservazioni depositati proprio dal forum. “Ci viene spontaneo riproporre quelle domande che in questi anni avevamo – inutilmente – posto agli enti che dovrebbero valutare e controllare il corretto funzionamento degli impianti a rischio di incidente rilevante” racconta a ilfattoquotidiano.it Augusto De Santis, referente del Forum abruzzese dei Movimenti per l’acqua”. Insieme a Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare, aveva presentato tre esposti alla Procura della Repubblica di Vasto “per segnalare una serie di incongruenze sulle autorizzazioni ambientali e sugli adempimenti in materia di sicurezza che hanno contribuito all’apertura di un’inchiesta con il sequestro dell’azienda” spiega Acerbo. E attacca: “Ci evitino lacrime di coccodrillo e comunicati di cordoglio la giunta, i partiti presenti in Consiglio regionale e i parlamentari abruzzesi che non hanno fatto nulla in questi anni o che magari si sono anche attivati per la riapertura. Politica e istituzioni sono corresponsabili di questa strage”.

L’esclusione dalla Via – La prima domanda del Forum H2O è rivolta, si spiega, al Comitato di Valutazione di Impatto Ambientale regionale “che – scrive – con una decisione a nostro avviso sconcertante, ritenne nel 2021 di escluderlo dalla più approfondita procedura di Valutazione di Impatto Ambientale fermandosi al mero screening preliminare”. Va sottolineato che si parla di un momento successivo all’incidente nel quale erano morte altre tre persone “con un’ indagine in corso per scorretta gestione dei rifiuti”. La Via è stata esclusa nonostante precise e puntuali osservazioni della Stazione ornitologica abruzzese “che meriterebbero oggi una lettura approfondita” e una nota della stessa Provincia di Chieti. Che affermava: “Non emerge un’indagine di qualità ambientale che evidenzi la compatibilità dell’attività con lo stato del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee”.

Le osservazioni inascoltate – “È pazzesco – aggiunge Acerbo – che con un processo imminente sulla precedente strage sia stata sciaguratamente consentita la riapertura con una procedura semplificata”. E ricorda le osservazioni di associazioni e della stessa Provincia di Chieti in cui si sollevavano pesanti questioni a cui non è stata neanche data risposta. “Avevamo già denunciato – continua – la colpevole negligenza di tutte le autorità competenti, dalla Prefettura al Comune, per uno stabilimento che è classificato ad alto rischio sulla base della Direttiva Seveso”. Anche la Stazione ornitologica abruzzese, oltre a presentare foto aeree sui cambiamenti avvenuti negli anni nell’azienda “senza che venisse attuata per tempo la Via – sottolinea il forum – aveva ricordato tutti gli obblighi sulla direttiva Seveso proprio sugli incidenti rilevanti, che per legge devono essere assolutamente integrati nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale”.

Il Piano di emergenza esterno – E poi c’è un’altra questione, che riguarda il Piano di emergenza esterno, documento obbligatorio per la gestione dei rischi in caso di incidenti. “Alla Prefettura di Chieti e al Comune di Casalbordino – commenta De Santis – vorremmo chiedere qualche notizia su questo piano, talmente importante che deve essere predisposto dalla Prefettura di Chieti con la partecipazione obbligatoria dei cittadini e aggiornato ogni tre anni per legge”. Ovviamente, una volta approvato, avrebbe dovuto avere massima diffusione, ma non pare che le cose siano andate così. “Abbiamo cercato nuovamente sui siti istituzionali di prefettura e comune e sui motori di ricerca senza esito” aggiunge il referente del forum. “Non ci sono avvisi sull’avvio del procedimento, né ci pare pubblicato. Esiste?”. Ma un’altra domanda viene rivolta al Comitato tecnico regionale, che svolge le attività istruttorie sui ‘siti Seveso’ e che ha dato l’ok al riavvio dell’impianto dopo l’incidente del 2020. “Come è stata verificata l’attuazione di tutti questi obblighi certo non secondari” chiede il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua. “Attendiamo risposte, possibilmente supportate da documenti. Ed esprimiamo il nostro più profondo cordoglio per quanto avvenuto”.

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