Un’altra esplosione, altri tre morti. Come era già successo a dicembre 2020, una deflagrazione avvenuta attorno alle 12.30 ha tolto la vita a tre lavoratori della Esplodenti Sabino di Casalbordino, paese della provincia di Chieti. Si chiamavano Giulio Romano, originario del posto, Fernando Di Nella (Lanciano) e Gianluca De Santis, 40enne sposato e padre di due bambini, residente nel comune di Palata, in provincia di Campobasso. Sulle cause dell’esplosione sono ancora in corso di accertamenti. Sul posto stanno operando i vigili del fuoco con gli artificieri. L’intera area dell’azienda è stata evacuata, dopo che è scattato il piano di emergenza. Non risultano esserci feriti: solo un lavoratore, colto da malore dopo la strage, è stato portato in ospedale a Vasto. Sembra di rivivere le stesse scene di tre anni fa, quando appunto n un altro incidente nella stessa azienda persero la vita tre operai. La Esplodenti Sabino, peraltro, non è nuova a queste tragedia: nella stessa fabbrica nel 1992 era morto il 48enne Bruno Molisani, ucciso dall’innesco di una spoletta. Nel 2009 due persone rimasero ferite gravemente in un’esplosione. Proprio per domani, giovedì 14 settembre, dinanzi al gup del Tribunale di Vasto è prevista l’udienza preliminare del processo per l’esplosione del 21 dicembre 2020: dieci gli imputati, compresa la società.

La Esplodenti Sabino, titolare Gianluca Salvatore, è una fabbrica di recupero esplosivi militari dal 1972. Si occupa della demilitarizzazione di tutti i tipi di munizioni, dai missili alle bombe aeree fino alle mine. È una fabbrica a rischio di incidenti rilevanti e quindi sottoposta alla direttiva Seveso (che comprende una serie di adempimenti per la prevenzione degli incidenti). Nel dicembre 2020 lo scoppio che provocò la morte di tre operai alla vigilia di Natale mentre spostavano una cassa che conteneva razzi di segnalazione per le imbarcazioni. Sotto inchiesta, per quell’incidente, i vertici dell’azienda. La procura di Vasto contesta la colpa generica, dovuta a negligenza, imprudenza e imperizia, e la colpa specifica causata dalla presunta violazione di norme infortunistiche.

Sottoposta a sequestro, la fabbrica rimase ferma per sette mesi. Anche per un altro decreto di sequestro firmato dal procuratore di Vasto Giampiero Di Florio ad aprile 2021: accusa di reati ambientali, nello specifico di aver stoccato senza autorizzazione rifiuti pericolosi sul terreno in varie aree dello stabilimento. A luglio 2021, ottenuto il dissequestro con il via libera del giudice, le attività erano riprese. Oggi la nuova tragedia. La Esplodenti Sabino peraltro è già stata al centro di misteri e di inchieste, come ricostruito da Il Fatto Quotidiano. Nel 1999 il proprietario e il direttore tecnico della Sabino patteggiarono per aver detenuto illegalmente dieci tonnellate di esplosivo T4. L’azienda fu anche l’oggetto di un’interrogazione parlamentare dopo le denunce di Antonio Saia sui quantitativi di armi ed esplosivi partiti dai porti abruzzesi con destinazione Medio Oriente ed ex Jugoslavia.

Le reazioni
“Dopo quest’altra tragedia che si aggiunge alle tante associarci alle parole del Presidente della Repubblica sulla necessità che tutti, governo, maggioranza opposizione e qualunque organismo dello Stato facciano di più per contrastare questo stillicidio di morti e di tragedie che colpisce fortemente non solo la nostra umanità, ma la convivenza civile della nostra nazione”. Sono le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa che apre i lavori dell’Aula del Senato ricordando le tre vittime alla Sabino Esplodenti. “Su questo tema – aggiunge – tutti sentiamo la necessità di unirci e di sottolineare l’obbligo di fare sempre di più, di fare tutto quello che si può fare”.

Secondo lo storico legale di Gianluca Salvatore, l’avvocato Augusto La Morgia, il titolare è sgomento e non riesce a spiegarsi l’accaduto, anche alla luce delle precauzioni prese in fabbrica dopo la tragedia del 2020. Salvatore, spiega il legale all’Ansa, ha successivamente già risarcito i familiari delle tre vittime. A LaPresse il sindaco di Casalbordino, Filippo Marinucci, dichiara: “Siamo vicini ai lavoratori. L’ho detto anche 3 anni fa e ripeto oggi che, nonostante le norme di sicurezza e le procedure, purtroppo quando si maneggiano esplosivi l’incidente è sempre dietro l’angolo“. Il sindaco Marinucci ha voluto anche ricordare che questa è l’unica fabbrica presente nell’area che dà lavoro a 60 famiglie.

“Le informazioni che giungono sull’esplosione, con vittime, alla Esplodenti Sabino di Casalbordino destano grande apprensione ed orrore, tanto più che nella stessa azienda tre anni fa un incidente costò la vita a tre operai, e altri incidenti si sono verificati qui negli anni”, dichiara invece Daniele Marinelli, segretario del Partito Democratico abruzzese. Marinelli prosegue: “Siamo vicini alle famiglie delle vittime e auspichiamo che si faccia piena luce sull’accaduto. Di certo si tratta di un altro, terribile monito sulla necessità di un maggiore impegno per la sicurezza sui luoghi di lavoro”. Dura anche la reazione di Giovanni Notaro, segretario generale della Cisl AbruzzoMolise: “Chiediamo che si faccia rapidamente luce sulla dinamica di questa terribile sciagura, che colpisce tutti noi”. “Dall’inizio dell’anno stiamo registrando in Abruzzo una pericolosa impennata degli incidenti, con troppi casi mortali. È ora di dire basta alle tragedie sul lavoro e dobbiamo fare un ulteriore sforzo sul fronte della sicurezza, per garantire e tutelare i lavoratori”, aggiunge Notaro. Che poi conclude: “E’ un’emergenza sociale del Paese e dell’Abruzzo a cui, responsabilmente, dobbiamo dare risposte alle famiglie”.

Articolo Precedente

Inflazione, alcune soluzioni per frenare il trend di erosione del potere d’acquisto dei salari

next