Musica

Lucio Battisti, gli eredi vincono contro la major Sony Music. Zanetti (Rockol): “Bisogna rispettare la volontà della moglie, no all’uso commerciale delle canzoni per monetizzare”

Senza consenso della famiglia, non si potranno utilizzare online le registrazioni fonografiche di Lucio Battisti, né utilizzare le canzoni per la pubblicità di prodotti commerciali. Sony Music ha preannunciato che proporrà ricorso in Cassazione. A FqMagazine Franco Zanetti, direttore di Rockol.it: “Credo che tutta questa insistenza sul repertorio di Battisti sia mossa dalla volontà di monetizzazione. Rispettabilissima per carità, ma se la vedova di Battisti non è d'accordo, fine”

di Andrea Conti

Gli eredi di Lucio Battisti hanno vinto a Milano in appello contro il colosso discografico Sony Music. L’accusa mossa dalla major alla moglie del grande artista Grazia Letizia Veronese e al figlio Luca Battisti è “di aver revocato il mandato alla SIAE per l’utilizzazione online delle opere musicali di Lucio Battisti – come si legge in una nota diramata dalla famiglia -, in tal modo, impedendo a Sony Music di commercializzare le registrazioni fonografiche delle canzoni interpretate da Lucio Battisti sulle principali piattaforme digitali, Spotify su tutte”. Inoltre l’altra accusa è stata quella “di aver ostacolato l’utilizzazione delle opere musicali di Lucio Battisti per sincronizzazioni (in tal modo, impedendo alla Sony Music di utilizzare le registrazioni fonografiche delle canzoni interpretate da Lucio Battisti in spot commerciali di noti marchi, Fiat e Barilla su tutti)”.

La richiesta di risarcimento avanzata da Sony Music era stata di euro 8.5 milioni di euro. La Corte d’appello di Milano, confermando la sentenza di primo grado, che aveva già respinto le domande della Sony Music, ha rigettato l’appello e condannato la casa discografica al pagamento delle spese processuali. Sony Music ha preannunciato che proporrà ricorso in Cassazione. “Gli Eredi di Lucio Battisti fanno sapere che attenderanno con serenità anche questa decisione”, è stata la replica.

L’avvocato Simone Veneziano, legale degli Eredi di Lucio Battisti ha spiegato: “Il giudice chiarisce, per la prima volta, che i contratti discografici stipulati da Lucio Battisti oltre cinquanta anni fa con i produttori fonografici danti causa di Sony Music non consentono, senza adesso il consenso (degli Eredi) di Lucio Battisti (o dei suoi Editori musicali), né di utilizzare on line le registrazioni fonografiche che incorporano le interpretazioni a suo tempo eseguite da Lucio Battisti, né di utilizzare le medesime registrazioni fonografiche per la pubblicità di prodotti commerciali”.

“Non credo sia stato così clamoroso il passaggio su Spotify del repertorio di Battisti – ha spiegato a FqMagazine il direttore di Rockol.it, Franco Zanetti -. A parte la curiosità dei primi giorni, non è che adesso tutti si affollino ad ascoltare Battisti su Spotify. La discografia di Battisti è disponibile in supporto fisico e qualitativamente superiore e con un audio decente rispetto a quella presente sulle piattaforme digitali. Battisti era molto attento al suono e molto probabilmente avrebbe adottato la stessa linea della moglie nell’opporsi fermamente alla diffusione digitale. La moglie è depositaria delle volontà dell’artista e le sue volontà sono da rispettare. Tornando alla sentenza contro Sony Music credo che tutta questa insistenza sul repertorio di Battisti sia mossa dalla volontà di monetizzazione. Rispettabilissima per carità, ma se la signora non è d’accordo, fine. Mi sembra anche sbagliato volerla forzare ad accettare una cosa che non desidera sia fatta. Lei si batte come leonessa contro qualsiasi commercializzazione della musica del marito e non vuole nemmeno che si usi il suo nome per manifestazione in suo onore. Ad esempio, a Milano dal 29 settembre al primo ottobre si terrà una manifestazione dedicata all’artista, in occasione del 25esimo anno della scomparsa. Non ci sarà il nome di Battisti ma si intitolerà ‘Quel Gran Genio’. Quindi è un diritto, quello della moglie, di evitare l’uso del nome del marito, ma in compenso tutti siamo liberi di poter suonare e cantare i capolavori di Battisti”.

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