Attualità

Da truffatrice a travel blogger: condannata perché vendeva viaggi inesistenti con l’agenzia “L’isola che non c’è”, ora ha migliaia di follower

Sul piano penale arriva la parola fine: patteggiato un anno e sei mesi con pena sospesa. Oggi ha 11.600 follower sulla sua pagina Instagram

di F. Q.

Condannata per aver truffato 285 clienti con la sua agenzia di viaggi “Neverland”, adesso fa la travel blogger. È questa la storia di Laura Seppi, raccontata dal Corriere della Sera. La donna, che ha appena patteggiato un anno e sei mesi con pena sospesa, nel 2018 aveva dovuto dichiarar fallita la sua agenzia viaggi di Via Torino a Bolzano, a cui aveva dato il nome dell’Isola che non c’è di Peter Pan, a causa di un “buco finanziario insostenibile” e in seguito era stata accusata di truffa aggravata e bancarotta fraudolenta.

Con la vendita di pacchetti vacanza dal valore tra i 500 e i 3 mila euro l’uno verso destinazioni che proprio come il nome dell’agenzia non c’erano, negli anni era riuscita a guadagnare tra i 300 e i 400 mila. Il ‘giochetto’ stava andando a gonfie vele per la quarantenne ma quando a giugno 2018 si è sparsa la voce dei suoi problemi finanziari una cinquantina delle persone truffate si è riunita fuori l’agenzia a protestare l’affronto subito. Come funzionava la truffa? Diversi clienti si rendevano conto dell’imbroglio in prossimità della partenza perché scoprivano di non avere le prenotazioni, altri invece riuscivano a partire ma poi rimanevano bloccati lì perché mancava il volo di ritorno.

Scoperta e scortata in Questura, in un primo momento per far fronte al debito accumulato negli anni le era stato pignorato il conto bancario, ma la Seppi non si è data per vinta e, apertone uno nuovo, ha continuato la sua frode. Tuttavia, il 25 luglio il Tribunale di Bolzano ha dichiarato fallita l’agenzia Neverland. L’indagine aperta a suo nome è andata avanti anni e solo ora è si è giunti alla parola fine, almeno sul piano penale. Per i clienti truffati, invece, per tentare di recuperare i soldi rubati non resta che procedere per vie civili.

Oggi la donna si definisce una travel blogger e la sua pagina Instagram “Nata per viaggiare” ha già 11.600 follower grazie alle foto di alcuni posti da lei visitati come Calabria, Puglia, Giappone, Zanzibar, India, Marocco, Maldive, Dubai Lapponia e New York.

Da truffatrice a travel blogger: condannata perché vendeva viaggi inesistenti con l’agenzia “L’isola che non c’è”, ora ha migliaia di follower
Precedente
Precedente
Successivo
Successivo

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione