Oggi è morta una donna forte. Non voglio ricordarla come scrittrice, perché non ho letto tutto quel che ha scritto, solo la storia di Maria e Bonaria raccontata ne L’accabadora; non i primi romanzi, non gli ultimi. L’ho seguita invece appassionatamente nei suoi interventi pubblici, nei suoi articoli e nei suoi video.

Michela Murgia era forte non solo perché era nel pieno del suo vigore e della sua combattività, ma perché fino alla fine, anche durante la violenza della malattia, la sua vita è stata fatta di scelte e di necessità autentiche di combattere per tutto ciò che riteneva giusto. Scelte a volte difficili, altre difficilissime, tutte sostenute da un’attenta riflessione sul proprio sentire, sull’onestà delle sue parole, sulla coerenza con il proprio lucido pensiero e l’attenta misura delle frasi. Pronta a pagare qualsiasi prezzo pur di essere fedele a se stessa. Mai niente in Michela Murgia era buttato a caso, né mai si è abbandonata al desiderio di compiacere qualcuno o di ricevere benefici in cambio di dolciastri compromessi.

Forse la mia sconfinata ammirazione è data anche dalla consapevolezza di non essere mai stata come lei, così coraggiosa, così incurante dell’approvazione degli astanti. Almeno, non fino ad ora. Dell’indignazione, parola tanto spiattellata quanto inefficace se ridotta a una fugace reazione seguita dal pigro silenzio, lei era riuscita a fare un vero motore per creare, esprimere, inventare una risposta intelligente alla banalità di tanti slogan. Così interveniva sempre a proposito, scandendo bene i suoi pensieri, parlando con il viso in primo piano e aggiungendo quel suo sorriso pieno di sole. Era talmente tutto, Michela Murgia: e allora, come riuscire a dire quanto ci mancherà una figura cristallina e di acciaio come la sua?

È la poesia che mi viene in soccorso quando le mie parole mi appaiono povera cosa rispetto al sentire. E le parole giuste per Michela Murgia sono per me queste di Giocanda Belli:

Consigli per una donna forte
Se sei una donna forte
proteggiti dalle bestie che vorranno nutrirsi del tuo cuore. Usano tutti i travestimenti del carnevale della terra:
si vestono da sensi di colpa, da opportunità,
da prezzi che si devono pagare.
Non per illuminarsi con il tuo fuoco
ma per spegnere la passione
l’erudizione delle tue fantasie
Non perdere l’empatia, ma temi ciò che ti porta a negarti la parola, a nascondere chi sei,
ciò che ti obbliga a essere remissiva
e ti promette un regno terrestre in cambio
di un sorriso compiacente.
Se sei una donna forte
preparati alla battaglia:
imparare a stare sola
a dormire nella più assoluta oscurità senza paura
che nessuno ti tiri una fune quando ruggisce la tormenta a nuotare contro corrente.
Educati all’occupazione della riflessione e dell’intelletto. Leggi, fai l’amore con te stessa, costruisci il tuo castello, circondalo di fossi profondi però fagli ampie porte e finestre.
È necessario che coltivi grandi amicizie
che coloro che ti circondano e ti amano sappiano chi sei, che tu faccia un circolo di roghi e accenda al centro della tua stanza una stufa sempre accesa dove si mantenga l’ardore dei tuoi sogni. Se sei una donna forte proteggiti con parole e alberi
e invoca la memoria di donne antiche.
Fai sapere che sei un campo magnetico.
Proteggiti, però proteggiti per prima.
Costruisciti. Prenditi cura di te.
Apprezza il tuo potere.
Difendilo.
Fallo per te:
Te lo chiedo in nome di tutte noi.

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