Chi vuole un esempio della scure che si sta per abbattere sui comuni con la “rimodulazione” del Pnnr, e il conseguente definanziamento di progetti con gare già bandite e lavori già avviati, non ha che da andare a Casal di Principe (Caserta). Qui troverà un sindaco parecchio preoccupato. Si chiama Renato Natale e amministra da circa 8 anni un comune che prima del suo arrivo era piegato sotto le macerie della criminalità organizzata. Natale ha scritto al ministro Raffaele Fitto una lunga lettera chiedendogli in sostanza come deve regolarsi rispetto ai progetti con iter già avviato e che fine faranno i progetti di recupero dei beni confiscati ai clan.

Segue lungo e meticoloso elenco: “Lavori di messa in sicurezza infrastrutture stradali di via Parroco Gagliardi, via Campania e strade di collegamento per 2,9 milioni di euro. Lavori di messa in sicurezza Quartiere Vecchia di Vico per 2.596.000 euro. Efficientamento energetico e miglioramento sismico dell’immobile comunale in via Tiziano per 1.505.000 euro. Interventi di efficientamento energetico e strade comunali sia per il 2023 sia per il 2024 per 130mila euro per ognuna delle due annualità. Adeguamento funzionale del bene confiscato per la ristrutturazione di appartamenti da destinare a dimora sociale e centro antiviolenza per le donne siti in via Fellini per 1.375.000 euro. Adeguamento funzionale del bene confiscato per la ristrutturazione di appartamenti da destinare ad edilizia residenziale pubblica siti in via Fellini e in via Cardarelli per 1.375.000 euro. Lavori di trasformazione dei beni confiscati in sedi istituzionali: lotto funzionale bene confiscato in via Urano-Università della Legalità per 495mila euro. Efficientamento energetico dell’immobile confiscato alla criminalità organizzata alla via Vecchia di Vico per 2,2 milioni di euro. Realizzazione vasche di laminazione delle piene Fosso La Peglia canale difesa Casale per 2,5 milioni di euro”. Il tutto per complessivi 15.206.000 euro che ora non ci sono più.

Stiamo parlando di opere fondamentali per il rilancio di una città che, scrive Natale, si sta riscattando “da 40 anni di dominio della camorra” dal quale “ci siamo liberati con un lungo, faticoso, e coraggioso percorso di rinascita”. Un percorso elogiato il 21 marzo scorso, in una sua visita a Casal di Principe, dal Capo dello Stato Sergio Mattarella “che ha avuto parole straordinarie di encomio verso questa comunità che con la sua resistenza, la sua lotta e la sua passione aveva dimostrato che la criminalità organizzata si può sconfiggere, diventando un modello ed esempio per il resto dell’Italia”.

A Natale evidentemente non sono sufficienti le rassicurazioni di Fitto a una delegazione di sindaci e governatori incontrata nei giorni scorsi. Il ministro ha detto che per ogni appalto si sarebbe trovata una nuova fonte di finanziamento. Già, ma quale? Il governatore della Puglia Michele Emiliano ha dato voce a un’ulteriore preoccupazione: “Non è che qualcuno sta pensando di utilizzare l’Fsc regionale per le operazioni di sostituzione di opere? Questo andrebbe a cambiare le percentuali del Pnrr e in più non è consentito, perché l’Fsc ha un’altra finalità”. Si tratta del Fondo di sviluppo e coesione per gli anni 2021-2027: Emiliano teme che Fitto usi fondi teoricamente nella disponibilità delle Regioni (“Fsc regionale”) per finanziare i progetti tolti dal Piano di ripresa e resilienza. E su questo Natale dà ragione al governatore: “Resto anche interdetto sull’idea di garantire, come nuova copertura finanziaria, i Fondi Sociali e Coesione 2020-2027, fondi tra l’altro destinati agli Enti Locali del Sud per superare le differenze territoriali e Lei (Fitto, ndr) dovrebbe essere il Garante affinché quei fondi venissero spesi al Sud”. “Voglio solo ricordare – sottolinea Natale – che sulla programmazione Fsc 2012-2019 il Comune di Casal di Principe è riuscito ad ottenere e spendere fondi per oltre 7 milioni di euro e la programmazione FSC 2020-2027 doveva essere un’opportunità complementare ed integrativa al Pnrr e non sostitutiva”.

Natale è solo uno dei tanti sindaci “vittima” di quel che sta accadendo dopo che Fitto e Meloni hanno proposto all’Ue di definanziare 9 misure per complessivi 16 miliardi di appalti, la maggior parte dei quali appannaggio dei Comuni (13 miliardi circa). La scure peggiore si potrebbe abbattere sul Sud: i comuni della provincia di Napoli perdono quasi 825 milioni (su 1,8 miliardi totali).

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