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Muore a 27 anni per la muffa in camera: “Tossiva tutto il tempo, era diventato difficile per lui respirare”

Vive in una camera gelata e colma di muffa: 27enne muore dopo aver sviluppato una malattia respiratoria cronica

di F. Q.

Dopo essere finita nel 2019 in ospedale per polmonite una madre di Oldham (Inghilterra) aveva chiesto al Consiglio comunale di spostare la sua famiglia in una casa popolare dopo che nella abitazione in affitto non c’era riscaldamento e i muri erano colmi di muffa. La richiesta d’aiuto, però, era stata respinta e nell’ottobre del 2022 il figlio 27enne, Luke Brooks, è morto a causa di una malattia respiratoria acuta. Dando la colpa al fungo e al gelo presente in camera sua la donna ha avviato una causa legale. E adesso, a distanza di quasi un anno, il 7 agosto – dopo che le prime indagini a marzo scorso avevano messo in luce un collegamento tra il decesso e la muffa – presso il Rochdale Coroners Cour ha avuto inizio l’inchiesta, come riporta The Guardian.

Alla corte Patricia Brooks ha raccontato del trasferimento nell’immobile nel 2014 e che per ben tre anni lei e la famiglia sono stati senza riscaldamento e acqua calda. Così la casa era sempre gelida e aveva problemi di umidità e muffa a causa delle perdite dei tubi e della pioggia che entrava dal tetto e dal soffitto. Le zone più colpite? La camera del ragazzo e la cucina, dove si erano create macchie “nero corvino”. Stando a quanto riferito, nonostante le continue richieste della famiglia di sistemare la situazione, i proprietari non avrebbero mai fatto niente in merito. L’amico della vittima, chiamato a testimoniare, ha descritto l’appartamento come: “distrutto, con l’intonaco che cadeva dal soffitto, ho cercato di raschiare via la muffa dalla stanza anni fa, senza successo“. In più, alla muffa va aggiunto il freddo: “La prima volta che siamo arrivati ​​lì potevi davvero vedere il nostro respiro, faceva così freddo“, ha sottolineato il signor Chris Haycock che con Luke passava il 90% del tempo libero nella stanza.

Prima del triste epilogo, tutto è iniziato con un raffreddore che ben presto si è trasformato in qualcosa di più: “Era diventato difficile respirare per lui. Tossiva tutto il tempo. Quando poteva, vomitava, la maggior parte delle volte non usciva nulla”. Il giovane è morto il 25 ottobre nella sua stanza davanti agli occhi increduli del fratello che in attesa dell’ambulanza aveva iniziato il massaggio cardiaco.

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