“Per cambiare le politiche del governo c’è bisogno di una mobilitazione unitaria, per ribadire che una grande parte del Paese è pronta a difendere la Costituzione. Dalle pagine del Corriere della Sera, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, rilancia la manifestazione del 7 ottobre. A Roma, ha dichiarato il segretario, non ci sarà solo la Cgil “ma oltre 100 associazioni che vogliono un cambiamento”. Contro la precarietà, l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della Repubblica parlamentare. Per il lavoro, la sanità pubblica, il diritto allo studio, la pace e la giustizia climatica. E per dire no al governo Meloni che “continua a chiamare a tavoli finti organizzazioni sindacali senza alcuna rappresentanza ma solo firmatarie di contratti pirata“.

“I diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione sono oggi tutti messi in discussione: il lavoro è precario e sotto pagato; il diritto alla salute e alla cura e allo studio non sono più garantiti; la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro peggiora; si nega la crisi climatica e si aumentano le spese per armi anziché essere costruttori di pace e si vuole stravolgere la Carta con l’autonomia differenziata e il presidenzialismo”, si legge nell’intervista. E continua: “È il momento di dire basta e indicare una via maestra fondata sulla giustizia sociale e la partecipazione democratica. Qui non si delinea solo una crisi economica ma anche democratica e di credibilità”.

“Il governo ha fatto due cose che danno il senso di dove sta portando il Paese. Da un lato, taglia il reddito di cittadinanza a famiglie povere, non offre un percorso di occupazione e scarica sui Comuni. Dall’altra parte, fa votare in Parlamento una legge delega fiscale che va nella direzione opposta di quello di cui questo Paese ha bisogno”, aggiunge. Parlando delle misure previste dal governo, Landini precisa: “Tutti questi interventi li sta facendo escludendo dal confronto le organizzazioni sindacali confederali del nostro Paese. Noi siamo quelli che rappresentano chi paga le tasse e tiene in piedi questo Paese ma sulle riforme di fondo non siamo coinvolti e le decisioni vengono assunte senza alcun confronto. Al contrario il governo continua a chiamare a tavoli finti organizzazioni sindacali senza alcuna rappresentanza ma solo firmatarie di contratti pirata“.

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